Lite tra Luca Ricolfi e Andrea Romano a “L’aria che tira” su La7. Il sociologo ha espresso le sue critiche sull’operato del governo e in particolare la gestione dell’emergenza coronavirus, in particolare del premier Giuseppe Conte, e il deputato Andrea Romano del Pd non l’ha presa affatto bene. Sono volati stracci? É andata in scena una vera e propria rissa verbale. «Lei adesso è diventato il beniamino di di Matteo Salvini e Giorgia Meloni», ha cominciato l’esponente dem da Myrta Merlino. Ricolfi ha colto la provocazione e ha replicato in maniera dura: «Sono barricato in casa e metto gli assi di legno alle finestre, al governo resta solo l’arma di terrorizzarci». A questo punto Romano ha perso le staffe: ha cominciato a sbracciare, a urlare e a interrompere continuamente l’altro ospite. Quando non ne ha potuto più, il sociologo ha minacciato di lasciare il programma: «Se devo essere interrotto continuamente vi saluto». Ma c’era stata anche l’occasione per spiegare perché ritiene che questo sia un governo di struzzi e incapaci: «Molti politici adottano la politica dello struzzo, cioè nascondono a se stessi le verità che gli studiosi indipendenti conoscono perfettamente e di cui li hanno avvisati».



RICOLFI VS ROMANO “IO CON SGARBI? CONDIVIDO SOLO…”

Luca Ricolfi è poi riuscito ad aggiungere un’altra considerazione in merito a come il governo ha gestito l’emergenza coronavirus. «La strada maestra per salvare l’economia è evitare che la gente abbia paura», ha spiegato il sociologo. Ma Andrea Romano ha ripreso gli attacchi nei confronti del sociologo: «Ognuno sceglie i suoi compagni di strada, Vittorio Sgarbi è simpatico ma ogni volta si leva la mascherina». Ricolfi ha quindi evidenziato l’unico punto su cui è d’accordo con Vittorio Sgarbi. «Bisogna abbassare il rischio di incontrare persone contagiose, questo si poteva fare alcuni mesi fa quando avevamo 300 casi al giorno ascoltando il professor Crisanti, anziché dire che eravamo il miglior paese al mondo». Poi ha sollevato un altro aspetto importante: «Saremmo meno impauriti se esistesse un protocollo nazionale di cura delle persone che sono a casa». E quindi ha spiegato: «Sono in completo dissenso con Sgarbi sui messaggi che lui e altri come Zangrillo e lo stesso governo hanno mandato in questi mesi, messaggi rassicuranti e minimizzanti. Non si toglie la paura dicendo che la situazione è migliorata».

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