Luca Rudatis è morto da solo in un’auto a 37 anni: il suo corpo è stato ritrovato a oltre ventiquattro ore di distanza dal decesso in Via Risorgimento a Pedavena, in provincia di Belluno. A dare l’allarme, vedendo il suo corpo inerme nel sedile del guidatore, sono stati alcuni passanti. Nessuno, fino a quel momento, ne aveva denunciato la scomparsa. I soccorritori del 118 arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che costatare che il ragazzo non era più in vita. I primi esami rivelano che ad ucciderlo sarebbe stato un malore. È così che adesso ci si domanda come e perché la vittima era abbandonata a se stessa.



A parlare di cosa era accaduto al trentasettenne nell’ultimo periodo è stato il papà Giuseppe Rudatis, conosciuto come il “Barone delle Dolomiti”. L’uomo ha scritto una lettera pubblica dall’emittente agordina Radio Più: “Luca Rudatis era mio figlio. Io e la mia ex moglie non eravamo al corrente che ultimamente viveva in auto, a noi diceva che andava regolarmente al lavoro, che aveva preso in affitto un appartamento e viveva con una sua nuova amica. Non ci aveva mai detto nulla dei sui drammi, e non aveva chiesto aiuto. L’avessimo saputo mai l’avremmo lasciato lì da solo”.



Luca Rudatis, morto da solo in auto: la lettera del papà

Il papà di Luca Rudatis, morto da solo in auto in provincia di Belluno, ha rivelato dunque di non essere a conoscenza del fatto che il trentasettenne non avesse una fissa dimora. Da tempo, però, il ragazzo non stava bene. “Aveva un problema con l’alcool, è vero. Le abbiamo provate tutte io e mia moglie, lo abbiamo messo in comunità, portato più volte all’ospedale, ci diceva che non beveva più e invece la realtà era un’altra. Quello che voglio far capire è che non è stato abbandonato, ci eravamo fidati di quanto di raccontava ed è giusto che chi vi legge ed ascolta conosca anche questa verità”, ha aggiunto Giuseppe Rudatis nella lettera pubblica inviata a Radio Più.

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