Luca Ruffino, presidente di Visibilia Editore, ex società del ministro del turismo Daniela Santanché, si è suicidato. L’uomo si sarebbe tolto la vita con un colpo di pistola nella sua abitazione di via Spadolini, a Milano, nella notte tra sabato 5 agosto e domenica 6. L’uomo aveva 60 anni. Il corpo è stato trovato dal figlio, che si è recato presso l’abitazione del padre in quanto non riusciva a contattarlo. Secondo quanto riportato da Repubblica, l’uomo si sarebbe sparato con un’arma detenuta regolarmente. Avrebbe anche lasciato un biglietto con scritte le sue ultime volontà.



Il gesto estremo, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe legato a gravi problemi di salute. L’uomo era entrato nell’azionariato della società il 18 ottobre scorso, con il 12.94% del capitale, nello stesso momento in cui la Santanché ne era uscita. A giugno era arrivato a possedere più del 45% delle quote. L’imprenditore era anche entrato nel consiglio di amministrazione, diventandone presidente. Nell’ambito dell’inchiesta sulla società Visibilia, non era mai stato indagato né sentito dai pm come testimone, come spiegato dall’Agi.



Visibilia Editore al centro di un’inchiesta

Il nome dell’azienda Visibilia Editore era finito al centro di un’inchiesta di Report sulla presunta mala-gestione di alcune società (la già citata e Ki Group) da parte del ministro del Turismo Daniela Santanché. Al senato, nel corso di un’informativa, aveva spiegato: “Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi. Spero vorrete darmi atto che a fronte della richiesta di alcuni gruppi di opposizione e dico alcuni e non tutti, ho subito dato la disponibilità a riferire cosa che qualcuno considera ha anche considerato eccessiva”.



E ancora: “Contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che deve a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo”. Il 18 ottobre scorso Ruffino era entrato nella società. Nella nota si leggeva: “Nell’azionariato sono entrati Luca Giuseppe Reale Ruffino con il 12,94 per cento del capitale, e Sif Italia, spa controllata sempre da Ruffino che ne è anche a.d., con l’8,78 per cento”.