La sera del 23 ottobre 2019, fuori da un pub di Roma in zona Appio, un ragazzo fu raggiunto alla testa da un proiettile sparato a distanza ravvicinata e morì poco dopo. Il suo nome era Luca Sacchi, personal trainer 25enne dalla vita senza ombre ucciso con un colpo di pistola davanti alla fidanzata, Anastasiya Kylemnyk. Secondo una prima ricostruzione, Luca Sacchi era intervenuto in difesa della giovane, vittima di una rapina, ma dietro la tragedia si sarebbe poi scoperto un traffico di stupefacenti con un ingente giro di soldi. Accusati dell’omicidio altri tre giovani di Tor Sapienza, un quartiere alla periferia sud est della Capitale, finiti a processo per la morte del 25enne.



Nel giugno 2023, in appello l’impianto accusatorio per il delitto di Luca Sacchi sarebbe stato confermato. I giudici hanno stabilito le seguenti condanne a carico dei tre imputati: 27 anni di carcere per Valerio Del Grosso, ritenuto esecutore materiale dell’omicidio, pena ridotta a 14 anni e 8 mesi per il complice nell’aggressione, Paolo Pirino, e per Marcello De Propris, che avrebbe fornito l’arma del delitto. Anche la fidanzata della vittima, Anastasiya Kylemnyk, è finita a processo perché accusata di violazione della legge sugli stupefacenti. Per lei sarebbe stata ribadita una condanna a 3 anni.



L’omicidio di Luca Sacchi a Roma: cosa è emerso dalle indagini

Le indagini sull’omicidio di Luca Sacchi avrebbero accertato che il contesto in cui si consumò sarebbe quello di una trattativa per la vendita di una partita di drogaall’interno dei meccanismi criminali delle piazze di spaccio” della Capitale, avrebbe sottolineato il procuratore generale, come riporta Roma Today. Un mondo al quale la vittima era completamente estranea.

Il delitto, stando alla ricostruzione degli inquirenti, sarebbe avvenuto nell’ambito di una trattativa per questioni di stupefacenti intercorsa tra un amico di Luca Sacchi, Giovanni Princi (condannato a 3 anni in via definitiva con rito abbreviato per violazione della legge sulla droga), e un gruppo di pusher del quartiere San Basilio. Stando all’inchiesta, Princi avrebbe messo 70mila euro in contanti nello zainetto che, quella notte, Anastasiya Kylemnyk aveva con sé. Soldi che sarebbero serviti per l’acquisto di stupefacenti.



Siamo soddisfatti perché ha retto l’impianto accusatorio per Del Grosso, esecutore materiale dell’omicidio“, il commento dei genitori di Luca Sacchi, riportato da RaiNews, dopo la sentenza di appello in cui sono state confermate due condanne (per Del Grosso e Kylemnyk)  e ridotte per altri due dei quattro imputati nel processo relativo alla morte del 25enne. “Certo, i familiari ritengono responsabile anche Pirino, ma siamo soddisfatti e attendiamo le motivazioni“, ha aggiunto l’avvocato Armida Decina che assiste la famiglia della vittima con il collega Paolo Salice. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, i giudici avrebbero scritto che “Del Grosso ha agito con la chiara previsione e volizione della morte o del grave ferimento della vittima, indifferente al risultato perché, sul momento, era preso solo dalla foga di portare a termine la rapina“. Quella ai danni della vittima, secondo la Corte d’Assise, “fu violenza gratuita. Luca Sacchi aveva tutta la vita davanti“.