Luca Sacchi era davvero a conoscenza della compravendita di droga? A far sollevare il dubbio sono le intercettazioni attualmente al vaglio e che identificano le celle telefoniche del ragazzo cinque giorni prima del suo omicidio proprio nel medesimo posto in cui si trovavano anche Pirino e Del Grosso. I genitori di Luca però, difendono con forza la memoria del ragazzo ai microfoni della trasmissione La Vita in Diretta: “Mio figlio ci ha rimesso la vita e adesso devo sentire questi titoloni che Luca c’entra con questa storia? Assolutamente no! Anastasiya non ha detto una parola!”, ha tuonato la mamma. Ad intervenire anche il padre di Sacchi: “Le celle? I due delinquenti abitano in quella zona, Luca si è trovato lì perchè forse era in una palestra di arti marziali”, ha commentato. La famiglia parla solo di supposizioni certa che la verità possa venire presto a galla. A parlare anche l’avvocato dei genitori di Luca Sacchi, che ha dichiarato: “Non c’è alcun colpo di scena, è solo emerso che Luca è stato per mezzora in quel quartiere ma potrebbe essere lì per mille motivi. Prima di lavorare con la fantasia limitiamoci a commentare quanto emerso nelle carte”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
INFORMATIVA DEPOSITATA A PROCESSO
Luca Sacchi sapeva dello scambio di droga. Conosceva i suoi killer, li aveva addirittura incontrati insieme alla sua Anastasia Kylemnyk 6 giorni prima dei essere ucciso, il 23 ottobre 2019, davanti al pub John Cabot nel quartiere Appio Latino di Roma. L’informativa depositata ieri a processo dal nucleo investigativo dei carabinieri è destinata a stravolgere molte delle convinzioni che finora hanno caratterizzato il racconto di questa vicenda conclusasi con la morte del personal trainer di 24 anni. Luca Sacchi, come riportato da Il Messaggero, era dunque a conoscenza del fatto che la sua ragazza, con l’amico Giovanni Princi, stava tentando di acquistare una partita di marijuana pagandola 70mila euro. Il suo coinvolgimento era tale che lui stesso aveva conosciuto i grossisti della droga, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, gli uomini designati a consegnare il pacco di marijuana, salvo poi ripensarci e tentare di tenersi la droga rubando i soldi.
LUCA SACCHI SAPEVA DELLO SCAMBIO DI DROGA
I militari dell’Arma, nella loro informativa annotano che i cellulari di Luca, Anastasia, Del Grosso e Pirino si agganciano nella stessa cella telefonica di via Acuto a Casal Monastero, alla stessa ora, tra le 15.30 e le 16.00, dello stesso giorno il 18 ottobre scorso “a dimostrazione che l’incontro tra i due gruppi è verosimilmente avvenuto”. Con ogni probabilità è lì che i quattro organizzano i dettagli del colpo, e a tre ore di distanza da quell’incontro Luca Sacchi vuole accertarsi che Anastasia segua le direttive: “Amo novità? Ti attieni ai piani?”, scrive lui. “Sì ci vediamo dopo”. replica Anastasia. E Luca aggiunge: “Spero tu faccia come mi hai detto se scopro che hai fatto le cose a c…., senza me”. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, dunque, Luca era ben consapevole del progetto che lo riguardava. Nei piani iniziali c’era l’idea di andare a vivere con Anastasia in un unico appartamento insieme a Princi e alla fidanzata. Poi il personal trainer aveva cambiato idea: farci affari sì, ma convivere con Giovanni non era cosa: “Loro sono più randagi rispetto a noi, noi possiamo avere una vita più tranquilla per le carte che abbiamo. Lavorarci sì, ma viverci insieme come una piccola famiglia no. Lui (Princi) è uno spacciatore di discreto livello e la polizia è il problema minore”.