Luca Sardella è intervenuto in qualità di ospite speciale ai microfoni di Trends&Celebrities, contenitore radiofonico di Rtl 102.5 News condotto da Francesco Fredella e Simone Palmieri. Nel corso dell’intervista, arricchita dal contributo di numerosi giornalisti collegati, il conduttore televisivo e paroliere ha rivelato di avere avuto l’onore di conoscere personalmente un’autentica leggenda: Michael Jackson. “Lo incontrai, grazie a mia figlia Daniela, numero uno del suo fan club italiano. Lui aveva un problema: non riusciva a tappezzare una parete esposta al sole e io gli suggerii di posizionarvi una pianta di fragole rampicante. I frutti, però, morivano, allora mi scrisse una lettera chiedendo cosa fare. Risolsi la cosa inviandogli un cd con canzoni italiane: da quel momento la pianta non ebbe più problemi”.



Sardella ha quindi rivelato di essere stato personalmente a Neverland, a casa di Michael Jackson, tra Los Angeles e San Diego: “Una casa meravigliosa, piena di scale e di ceramica, ricca di cimeli. Aveva il parco giochi sia dentro che fuori, era stupenda”. L’ultimo incontro con il cantante risale a un suo compleanno nel 2004: “Mi regalò vinili rari, scatto foto con noi e con altre persone e mi fece i complimenti per la mia musica, dicendomi che scrivo belle canzoni e che avrei dovuto stare in America”.



LUCA SARDELLA: “QUANDO CROLLARONO LE TORRI GEMELLE, NON SEPPI PIÙ NIENTE DI MIA MOGLIE E MIA FIGLIA PER 10 GIORNI”

Luca Sardella a Rtl 102.5 News (Trends&Celebrities) ha poi raccontato dell’11 settembre, quando le Torri Gemelle crollarono a New York: “Mia moglie e mia figlia erano proprio di fronte e per 8-10 giorni non ho avuto più notizie di loro, le pensavo morte. Addirittura, l’America aveva bloccato tutte le loro carte di credito”. In quei 10 giorni di completo isolamento Sardella ha tentato di fare l’impossibile: “Ho chiamato la Farnesina, ma non c’era niente da fare, non si sapeva se fossero morte o vive. Un carabiniere mio amico, poi, mi ha detto che le avevano rintracciate e che sarebbero tornate due giorni dopo, ma per colpa di una sparatoria in aeroporto ci fu un nuovo rinvio”.



Quando sua figlia fece ritorno in Italia, gli mostrò le foto agghiaccianti che aveva scattato durante l’evacuazione, con le persone che si gettavano dalle Torri. Una triste e ancora fresca pagina di storia contemporanea.