Luca Tommassini è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Ciao Maschio”, la trasmissione di Rai Uno condotta da Nunzia De Girolamo e andata in onda nella serata di sabato 12 marzo 2022. Il ballerino e coreografo ha esordito scherzando: “Sono fedele alle corna che mi hanno messo, un po’ tutti siamo cornuti. Porto le mie con grande dolore, sono pesantissime, ma alla fine tutte le persone con cui sono stato un piccolo inciucio l’hanno fatto”. A livello sentimentale “sono attratto dal difficile, dal complicato e ci entro dentro con il cuore, ma poi non cambia nulla. Io sono innamorato dell’amore e dico sempre che ci hanno illuso con i film americani, che ci hanno fatto credere che l’amore sia per sempre”. Peraltro, “la fedeltà ha un costo: quando sentivo di non poter essere più fedele, dovevo confessarlo alla persona che amavo”.
La libertà è un valore fondamentale e “me la sono conquistata. Preferisco non definirmi sessualmente: sono fluido, oggi si dice così. Era difficile da bambino fare capire agli altri che avevo un pensiero libero. Io sono nato in una zona di Roma abbastanza difficile, vicino a Primavalle. Mia madre mi ha sempre difeso, mentre mio padre era molto contrario. Io, mia madre e mia sorella abbiamo subìto violenza domestica e vissuto momenti molto difficili. Papà soprattutto dava la colpa a mia madre per avermi fatto avvicinare alla danza, visto che mia madre voleva fare la ballerina e da bambina non ha potuto farla”.
LUCA TOMMASSINI: “VENIVO AGGREDITO SOTTO GLI OCCHI DI MIO PADRE, LUI NON FACEVA NULLA”
Nel prosieguo di “Ciao Maschio”, Luca Tommassini ha rivelato che un giorno, mentre camminava insieme a sua madre, vide un cartellone che annunciava l’apertura di una scuola di ballo di Enzo Paolo Turchi a cento metri da casa mia. Per lui, che ballava sempre sulle note diMichael Jackson“Da quel giorno è stata una sorta di via crucis – ha detto il ballerino –. Papà faceva finta di non vedermi, stava sotto casa, aveva un’officina: venivo aggredito sotto i suoi occhi da ragazzi, ragazze, anche dai miei cugini. C’era sempre un ostacolo per arrivare alle lezioni di ballo”.
Nella scuola di danza c’erano Enzo Paolo Turchi, poi è arrivata Carmen Russo e Luca Tommassini era diventato un po’ come un figlio, per loro: “A undici anni ho fatto Drive In grazie a loro. Mi hanno insegnato tanto, mi hanno dato tanto. Papà non è mai venuto a vedermi e si girava dall’altra parte quando succedevano dei fatti brutti. Quando andavano a chiedere i soldi a papà perché mamma non lavorava, succedeva spesso che venisse picchiata. Le diceva: ‘Tu lo stai portando lì, lo stai facendo diventare gay. È colpa tua’. Una volta addirittura davanti a me, l’ha colpita alle spalle, lei è entrata in coma. Insomma, la situazione era abbastanza complicata”.
LUCA TOMMASSINI: “SONO PARTITO PER L’AMERICA A 16 ANNI”
Il motore dei sogni di Luca Tommassini è stata sua madre, che gli diceva sempre ‘tu devi fare quello che io non ho fatto, tu devi ballare per me, tu devi ballare per tutti quelli che non hanno potuto farlo‘. All’età di 16 anni, Luca è partito per l’America e le ultime parole che gli ha rivolto sua madre prima che salisse sull’aereo sono state: ‘Vai e non ti girare, non mi guardare’. Tommassini ha aggiunto: “Io dico sempre che sono stato sui palchi di tutto il mondo, non da solo, ma ha sempre fatto un passo a due con mamma”.
Il padre del coreografo invece si è spento all’età di appena 51 anni, colpito da un infarto. Così Tommassini ha raccontato il loro ultimo incontro: “Ero tornato dall’America per la prima volta. Mi ha guardato negli occhi, mi ha detto di avere tanti problemi. Abbiamo iniziato un dialogo in macchina che mi ha chiuso da morire. Non riuscivo a rispondere perché era troppo per me. Due giorni dopo avrei dovuto andare a casa sua e invece è successo il fattaccio, per cui non ho avuto l’occasione di dire niente. Questo è un rimorso, una roba che mi porto dentro”.