La danza è stata una via di fuga per Luca Tommassini, ma anche una conquista. Come lo è la collaborazione con Madonna, Prince, Angelina Jolie, Alicia Keys e Take That. Ci sono ovviamente anche sodalizi italiani, programmi di successo e spettacoli teatrali, oltre a campagne pubblicitarie e talent. «Faccio tantissime cose in campi diversi, la moda, la musica, ma, quando mi arriva una proposta cinematografica, è come se ricevessi una medaglia. Il cinema resta per sempre», racconta a La Stampa il ballerino, attore e coreografo. Quando parla della performance in programma sulla Mole cita Michael Jackson, un altro grande che ha conosciuto: «L’importante, come mi ha insegnato Michael Jackson, è mettere tutto in sincrono. Ci saranno coppie di danzatori agganciati agli oblò della Mole: danzeranno sospesi nell’aria». Gli incontri fondamentali della sua vita però sono tanti: «Ho incontrato Madonna e Michael Jackson, e Claudio Baglioni che mi ha regalato l’esperienza degli stadi, ma sono state molto importanti anche le persone che mi hanno fatto dormire a casa loro, a Los Angeles, quando non avevo un tetto».



Luca Tommassini e il passato difficile

Luca Tommassini non ha mai fatto mistero della sua infanzia difficile: è stato un ragazzino bullizzato, inoltre ha sofferto il fatto che il padre non lo facesse sentire né amato né accettato. «Ho avuto una vita fortunata, ma certe ferite sono sempre aperte. Qualche mese fa ho trovato sul mio citofono un bigliettino con su scritto “frocio, vattene”, sono stato malissimo, mi sono andato a nascondere in camera per la vergogna, ho pianto sotto le coperte, come un bambino». Parlarne è anche un modo per guarire quelle ferite e aiutare altri che patiscono le stesse sofferenze. Non a caso è impegnato con l’associazione Pangea, che offre alle persone in difficoltà la possibilità di lasciarsi alle spalle il dolore. «Il problema mio e di mia madre era che non avevamo i soldi per andarcene». Difficile è anche la pandemia da cui stiamo cercando di uscirne tutti. E la voglia di ricominciare è tanta anche per Luca Tommassini, come racconta a La Stampa: «Cerco sempre la luce. Anche io, dopo la pandemia, sto camminando sui gomiti, ma sono convinto che, quando si è a terra, sia sempre il momento per alzare lo sguardo».



Luca Tommassini, una star poliedrica

Vi sono molte definizioni con le quali si può provare a delineare la figura di Luca Tommassini. Il giornale “La Stampa” riporta alcune definizioni (alle quali ci si potrebbe associare) per descriverlo. Viene infatti definito comeballerino, coreografo, attore, regista e poi, due parole provenienti sempre dal quotidiano e che si potrebbero condividere appieno: cacciatore di emozioni. Si potrebbe aggiungere anche il termine, trovatore di emozioni. Perché oltre a cercare il successo e l’emozione, Luca Tommassini è sempre riuscito a trovare entrambi. C’è ben di più. Il suo successo, affiancato da quello di moltissimi altri attori e registi italiani (si pensi ad esempio all’impatto mediatico rilevato dalla pellicola “La vita è Bella” di Roberto Benigni) funge da lume. La speranza infatti che, coltivando la propria professione, i sogni riescano a ritagliarsi nel cervello dei giovani uno spazio sufficientemente vasto da poter controbilanciare il vuoto generato dall’assenza di sicurezza economica. Sognino ancora dunque i giovani, ma non dimentichino il detto: Tutti vogliono il successo, ma pochi sono disposti a fare i sacrifiche che il raggiungimento del successo richiede …

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