Nella giornata di oggi è arrivata la notizia della scarcerazione di Luca Traini che nel 2018 fu autore del noto attentato a Macerata nel corso del quale rimasero feriti sei migranti in una concitata e rapida sparatoria che ha fatto rapidamente il giro delle pagine di cronaca: a confermare la scarcerazione dell’uomo oggi 35enne è stato il Tribunale di sorveglianza su istanza presentata dal suo legale – il dottor Sergio Del Medico – in virtù del comportamento modello osservato da Luca Traini nel corso della sua detenzione, abbracciando a pieno titolo l’obiettivo della riabilitazione e mostrando il dovuto pentimento per il gesto del tutto insensato compiuto nel 2018.
Partendo proprio da qui, è bene ricordare che nella tarda mattinata del 3 febbraio del 2018 Luca Traini a bordo della sua auto aprì il fuoco con una Glock 17 illegalmente detenuta contro alcuni passanti nel centro cittadino di Macerata: complessivamente riuscì a ferire sei migranti in modo non grave e a danneggiare alcune vetrine; mentre poco dopo l’auto si fermò nei pressi del Monumento ai Caduti dove si limitò a fare un saluto romano rivolto agli impauriti presenti prima di gridare “Viva l’Italia” ed arrendersi senza porre alcuna resistenza all’arresto degli agenti accorsi sulla scena.
La revisione critica di Luca Traini in carcere: ha mostrato sincero pentimento per l’attentato a Macerata
Dalle analisi nell’abitazione di Luca Traini venne fuori la sua militanza nell’estrema destra e durante gli interrogatori ammise candidamente di aver agito in seguito all’omicidio di Pamela Mastropietro con l’obiettivo iniziale di raggiungere il tribunale per uccidere il responsabile della morte della 18enne Innocent Oseghale: per queste ragioni Luca Traini venne condannato in via definitiva a 12 anni di reclusione con l’accusa di strage aggravata dall’odio razziale, danneggiamenti e detenzione illegale di armi; mentre la scarcerazione arriva a sette anni di distanza dall’inizio della detenzione.
Stando a quanto spiegato dal legale di Luca Traini – infatti – durante il periodo in cella l’uomo avrebbe dato piena dimostrazione con gli psicologi di un sincero pentimento – parlando addirittura di una “revisione critica” – per l’attentato commesso a Macerata; mentre da due anni a questa parte ha frequentato corsi e laboratori che gli hanno permesso di lavorare per un’azienda agricola; mentre ora pare che sarà affidato in prova ai servizi sociali, dovrà osservare un coprifuoco notturno e un divieto a lasciare il comune senza via libera da parte del giudice, mentre risulta che abbia già anche trovato un lavoro in Trentino.