Luca Traini il 3 febbraio 2018 sparò a 6 immigrati nel centro di Macerata: le vittime, rimaste ferite, erano state scelte casualmente, sebbene l’uomo avrebbe dichiarato successivamente che in un primo momento il suo obiettivo era quello di recarsi in Tribunale per uccidere Innocent Oseghale, il pusher nigeriano che era stato arrestato con l’accusa di omicidio della diciottenne Pamela Mastropietro. Il trentaduenne, allora incensurato, sta adesso scontando una condanna a 12 anni di carcere per il reato di strage con l’aggravante dell’odio razziale.



“Non mi riconosco in quella persona che sparava in strada, un ragazzo completamente in balia degli eventi che non so chi sia. Quel Luca Traini di allora avrebbe messo paura quello attuale. Non so bene neanche chi fosse quel Luca Traini. Di quel giorno ho pensieri molto confusi. Non ero in me e la testa non mi funzionava come avrebbe dovuto. L’ambiente carcerario mi ha permesso di comprendere come vivere in maniera equilibrata”, ha raccontato in una intervista a Il Messaggero. L’uomo ha trovato una nuova serenità tra le mura del penitenziario anconetano di Barcaglione, dove si occupa dell’orto e scrive poesie.



Luca Traini sparò a 6 immigrati a Macerata: il pentimento

Il pentimento, dunque, è arrivato presto per Luca Traini, l’uomo che sparò a 6 immigrati nel centro di Macerata, fortunatamente senza conseguenze gravi. La personalità dell’attentatore, anche a detta dei suoi conoscenti, ha evidenziato dei disturbi, tra cui quello borderline. “Derivava dall’ambiente in cui vivevo. Mio padre e mia madre non andavano d’accordo tant’è che poi hanno divorziato e sono andato con mia madre a vivere da mia nonna; poi le cose non andavano bene neanche fuori dalla famiglia. Le ragazze che ho frequentato, una in particolare con la quale sono stato diversi anni, non mi facevano vivere tranquillo”, ha ricordato.



È consapevole, in tal senso, del fatto che avesse bisogno di un aiuto. “Dovevo essere seguito da esperti, ma per vari motivi ciò non avvenne. Vorrei si sapesse che non sono il mostro che è stato descritto anche ultimamente. Non sono più neanche litigioso com’ero prima. Ora cerco sempre di calmare le acque anche perché in questi anni di carcere ho visto tante liti e ho capito bene la lezione”, ha concluso.