Si ingrossa il mistero e il caso di Luca Ventre, l’italiano morto nell’ambasciata italiana di Montevideo in Uruguay: il Messaggero ha pubblicato le immagini della videosorveglianza che aumentano il “giallo” attorno al 35enne entrato vivo nell’ambasciata d’Italia e uscito senza sensi sostenuto da due poliziotti (poi morto in un secondo momento in ospedale). Sono 37 lunghissimi minuti quelli in cui non si sa cosa sia successo a Ventre lo scorso 1 gennaio: dalle testimonianze finora raccolte dalle indagini, l’italiano avrebbe scavalcato il cancello della sede diplomatica di Montevideo per parlare con un funzionario.
A quel punto – spiega il Messaggero – «trova due vigilantes di guardia nel giardino della rappresentanza. Lo placcano, uno dei due gli cintura il collo e lo immobilizza a terra. Lo neutralizza. Lo tiene così per diverso tempo. Troppo. Fino a quando il corpo del ragazzo non si muove più». Le immagini fanno vedere la parte finale del “giallo”, con gli agenti che lo trascinano fuori con testa reclinata in avanti e piedi che strisciano per terra.
IL MISTERO A MONTEVIDEO
Dopo che però queste immagini sono emerse, ora la Procura di Roma vuole vederci chiaro e con lo stesso Pm del caso Regeni (Sergio Colaiocco, ndr) iscriverà tra gli indagati i vigilantes con l’accusa di “omicidio preterintenzionale”. A parlare in questi giorni è il fratello di Luca Ventre, Fabrizio, che con si dà pace del dolore: «Luca è stato ucciso dentro un’ambasciata italiana, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio non si è degnato di dire una parola, di telefonarci, di chiedere di fare piena luce. Siamo stati letteralmente abbandonati dalle istituzioni».
Ma come mai Ventre ha deciso di entrare in quel modo nell’ambasciata in Uruguay? Secondo quanto raccolto finora dalle indagini, il ragazzo soffriva di particolare problemi avuti di recente, un mix tra uso di droghe e un brutto incidente che lo aveva sconvolto: voleva essere rimpatriato e per questo avrebbe fatto irruzione in ambasciata per poter essere ascoltato dal funzionario competente. Il problema è che cosa è successo dopo: in una dinamica che ad alcuni ricorda l’omicidio di George Floyd in America, in un fermo immagine del video si vede il viso di Luca Ventre totalmente sofferente mentre il braccio del vigilantes gli stritola il collo. La presa dura diversi minuti finché l’italiano, del tutto immobile, viene portato via da due poliziotti entrati nell’ambasciata: qui però la seconda assurdità del “giallo”, dato che altre telecamere testimoniano come tra l’arrivo e il ricovero passano addirittura 14 minuti, un’eternità. «Per il fratello era già morto prima di entrare e comunque il decesso, sempre secondo i parenti, è una conseguenza del placcaggio avvenuto dentro il cortile dell’ambasciata italiana a Montevideo», conclude il report del Messaggero. Starà ora al pm romano di ristabilire la verità.