L’ex deputato dell’Udc Luca Volontè è stato condannato oggi a Milano a 4 anni di carcere per l’accusa di corruzione e tangenti dall’Azerbaijan: i fatti risalgono al 2013 quando il 23 gennaio venne messo in votazione alla Camera il “Rapporto Straesser” sui prigionieri politici nel Paese caucasico. Secondo lo schema dell’accusa, il governo azero avrebbe fatto pressioni ad alcuni parlamentari per far bocciare quel rapporto al Consiglio d’Europa: il rappresentante italiano avrebbe così ricevuto tangenti da 2,4 milioni di euro su 10 milioni di euro “promessi” per orientare le scelte dell’istituzione.



Ma secondo il Tribunale di Milano fu il deputato ex centrista che avrebbe abusato della sua funzione ricevendo mezzo milione di euro da 2 esponenti del Parlamento azero (condannati con la stessa pena come Volontè) per «orientare il voto e ottenere la bocciatura di un rapporto sui prigionieri politici nella repubblica caucasica, a vantaggio del governo azero», riporta l’Ansa. La tangente contestata dai pm era di circa 2,4 milioni di euro, ma i giudici hanno assolto i tre imputati per una somma consistente della ‘stecca’ pari a oltre 1,8 milione.



LA DIFESA DI VOLONTÈ

Il guadagno illecito – ottenuto tramite conti bancari off shore e mediazione di società – sarebbe giunto «abusando della propria funzione di parlamentare e rendendola oggetto di una indebita negoziazione in violazione dei doveri di fedeltà, correttezza e onestà derivanti dalla funzione legislativa esercitata», scrivono i pm Elio Ramondini e Adriano Scudieri. Per l’avvocato difensore di Volontè – Alessandro Pistochini – l’esito del processo non è del tutto negativo: «Siamo naturalmente soddisfatti per l’assoluzione nel merito perché riguarda la quasi totalità dei fatti oggetto dell’imputazione, ma molto amareggiati che il Tribunale non abbia inteso riconoscere la causale lecita dell’attività svolta da Volontè anche con riguardo ai primi 3 bonifici (su 21 complessivamente contestati)». Occorre ora attende le motivazioni della sentenza di corruzione, ma la linea difensiva di Volontè resta fiduciosa per un ricorso in Appello «anche questa assai ridotta porzione d’accusa verrà meno, ottenendo il riconoscimento completo dell’innocenza di Luca Volontè».

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