Il Governatore del Veneto è costretto a scrivere una lunga lettera di scuse per il termine utilizzato nella famosa “intervista choc” sui cinesi «mangiatopi»: Zaia, con la missiva apparsa anche sui social, scrive al collega ambasciatore cinese Li «Le scrivo per non accampare scuse: quando si sbaglia, si sbaglia. […] Nulla valgono le giustificazioni sulla stanchezza accumulata in questi giorni di grande tensione o sulla frettolosità di esposizione di concetti e di ragionamenti assai più articolati svolti nei giorni precedenti – senza peraltro suscitare polemiche – in molte sedi pubbliche e a molti organi di stampa». Secondo il Presidente del Veneto, la sua uscita sul Coronavirus e i topi mangiati dai cinesi non è giustificabile, e scrive poi «Ho, più semplicemente, sottolineato le differenze di usi e costumi, così come avrei potuto sottolineare le differenze fra noi e alcuni paesi europei, fra cui la stessa Europa e gli Stati uniti, fra le Ue e il Giappone, e così via…». In conclusione alla lettera aperta per l’ambasciatore, Zaia conclude «non è mio stile e mio costume, mia abitudine e modalità espositiva, aggredire e sottolineare diversità di pelle, di religione di genere, di scelte sentimentali. Chi mi conosce lo sa…». (agg. di Niccolò Magnani)
https://twitter.com/micheleboldrin/status/1233820179949326337?ref_src=twsrc%5Etfw
GOVERNO CINA: “OFFESE GRATUITE, SIAMO BASITI”
L’ambasciata cinese in Italia
ha pubblicato sul proprio sito una breve nota, facendo chiarezza in merito alla risposta del governo della Cina alle recenti parole di Luca Zaia sui topi: “In un momento cruciale come questo – si legge – in cui Cina e Italia si trovano fianco a fianco ad affrontare l’epidemia, un politico italiano non ha risparmiato calunnie sul popolo cinese. Si tratta di offese gratuite che ci lasciano basiti. Ci consola il fatto che moltissimi amici italiani non sono d’accordo con tali affermazioni e, anzi, le criticano fermamente. Siamo convinti che le parole di un singolo politico non rappresentino assolutamente il sentire comune del popolo italiano, un popolo civile e nostro amico”. Stando a quanto aggiunge il governo cinese, il coronavirus è un nemico comune che va sconfitto insieme: “In un momento così difficile – conclude la nota – è necessario mettere da parte superbia e pregiudizi, e rafforzare la comprensione e la cooperazione al fine di tutelare la sicurezza e la salute comune dell’umanità intera”. Ricordiamo e sottolineiamo che il governatore della regione Luca Zaia ha già chiesto pubblicamente scusa per le sue dichiarazioni un po’ sopra le righe. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUCA ZAIA “IN CINA MANGIANO TOPI VIVI”
«I veneti si fanno la doccia, i cinesi mangiano topi vivi». Le dichiarazioni di Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, fanno discutere. Così ha parlato del Coronavirus, e in particolare dell’impatto che ha avuto l’epidemia in Italia a differenza di quanto accaduto in Oriente. «Sapete perché una settimana noi abbiamo 116 casi positivi, di cui 63 non hanno sintomi e stanno bene e ne abbiamo solo 28 in ospedale?», ha chiesto il governatore ai microfoni di Antenna 3-Nord est. Per Zaia la risposta è semplice: spiega infatti che risiede nella superiorità degli italiani sui cinesi dal punto di vista culturale e sul piano dell’igiene. Ed è a questo punto che il presidente veneto ha aggiunto: «Tutti noi abbiamo visto i cinesi mangiare i topi vivi». Zaia comunque si è preoccupato di spiegare meglio il concetto. «L’igiene che ha il nostro popolo, i veneti e i cittadini italiani, la formazione culturale che abbiamo, è quella di farsi la doccia, di lavarsi, di lavarsi spesso le mani, di un regime di pulizia personale particolare».
LUCA ZAIA “CINA? MANGIANO TOPI VIVI”
Irrefrenabile Luca Zaia nella sua personalissima analisi del Coronavirus: «Anche l’alimentazione, le norme identiche, il frigorifero, le date di scadenza degli alimenti… Cosa c’entra? C’entra perché è un fatto culturale». E quindi ai microfoni di Antenna 3-Nord est attacca la Cina: «Ha pagato un grande conto di questa epidemia perché comunque li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi o questo genere di cose». Si tratta di un’uscita che il governatore veneto poteva evitare e che comunque susciterà enormi polemiche nelle prossime ore. Zaia non si è limitato a parlare del Coronavirus, ma ha spiegato la sua teoria riguardo la gravità dell’epidemia in Cina rispetto a quanto sta accadendo in Italia. Sarà interessante capire se la Lega vorrà prendere una posizione ufficiale riguardo queste dichiarazioni o se invece lascerà correre, magari nella speranza che passi quanto prima in secondo piano. Il rischio però è che queste dichiarazioni rimbalzino all’estero.
LUCA ZAIA, LE SCUSE DOPO FRASI CHOC SU CINA
Intanto ha preso posizione Luca Zaia: «Mi spiace che qualcuno abbia montato una polemica su questo, non ho mai detto che i cinesi non si lavano». Quindi sono arrivate le scuse: «Mi spiace d’essere stato da alcuni frainteso, e da altri volutamente strumentalizzato. La mia era una riflessione che non voleva offendere nessuno», ha detto all’Ansa. E quindi ha parlato di video “fake” che hanno un peso sulla “reputazione” del virus. «È indubbio che le condizioni che abbiamo qui sono diverse da quella in Cina. Ma il qualunquismo e la generalizzazione non sono nel mio stile. È pur vero, tuttavia, che in un paese dalle mille sfaccettature, che presenta contesti metropolitani di assoluta innovazione, come Shanghai, Pechino, Shenzhen, ve sono altri che sono agli antipodi». Zaia ha poi spiegato di essere intervenuto su questo «per un fatto di correttezza e lealtà, ma devo dire anche che siamo molto impegnati nella partita del contenimento del virus, e non ho tempo da perdere su queste cose».