In questi mesi di lotta senza sosta contro il Coronavirus, l’Italia intera ha imparato a conoscere il temperamento di Luca Zaia, il governatore della Regione Veneto, sin dall’inizio dell’emergenza in prima linea per garantire l’assoluta tutela della salute pubblica e pronto, spesso e volentieri, ad andare in controtendenza rispetto alle direttive nazionali pur di non sopprimere il proprio pensiero (leggasi, in tal senso, la questione tamponi). Così, non stupisce che, nel corso di un’intervista concessa a “Il Corriere della Sera” e pubblicata in queste ore, il presidente affermi, senza timore di smentita, che nel nostro Paese la Fase 2 c’è già, è già iniziata, perché il lockdown non c’è più. Una dichiarazione forte, che necessita di una precisazione ulteriore: “La chiusura è finita quando il governo ha delegato alle prefetture l’approvazione delle deroghe per le aziende che ritenevano di dover rimanere aperte. E probabilmente, grazie al silenzio assenso, molti hanno riaperto. Non entro nel merito, ma lo si vede dal traffico, dalle immagini dei tg, da tutto. Da amministratore, devo prendere atto che c’è più gente in strada”.



LUCA ZAIA: “SI EVITI IL RITORNO ALLA FASE ACUTA”

Luca Zaia ha quindi sottolineato come l’avvento della Fase 2 non sia stato deciso dagli italiani o dai presidenti regionali, bensì dal Governo, e tutto ciò che ora c’è da fare consiste nel tutelare quanto più possibile la salute dei cittadini e preparare la ripartenza. “Penso davvero che il nostro primo nemico sia il ritorno alla fase acuta – ha commentato il governatore –. Dal punto di vista sanitario, da una decina di giorni siamo in calo. Ci sono 825 posti in terapia intensiva, e altri ancora attivabili, oggi occupati da 240 persone. E va detto che in parecchi casi si tratta di una coda, persone già ricoverate da tempo”. Tuttavia, Zaia si è incupito ulteriormente ripensando a ciò che è stato e immaginando ciò che potrebbe essere: il primo paziente Covid positivo morto in Italia era di Vo’ Euganeo e il Veneto ha sviluppato un modello matematico che rivela che la fase acuta della pandemia dovrebbe concludersi entro la fine del mese di maggio. “Per questo sono preoccupato – ha concluso Zaia –: perché il lockdown non c’è più. E non per nostra scelta”.

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