Luca Zingaretti torna in tv con l’ultimo episodio de “Il Commissario Montalbano” in onda lunedì 8 marzo 2021 in esclusiva assoluta su Rai1. Si tratta dell’ultimo episodio dell’amatissimo Commissario campione d’ascolti di Raiuno come ha rivelato lo stesso attore che dalle pagine del settimanale Nuovo ha dichiarato: “è ancora tutto da vedere. Tornare sul set dove non c’erano più i miei punti di riferimento è stato fonte di grande tristezza. In più, in quest’ultimo anno, la pandemia ci ha segnato ed è come se il tempo si fosse fermato”. L’attore, come tutta la troupe che da anni lavora intorno al progetto, è profondamente colpito dalla morte di Andrea Camilleri e del regista Alberto Sironi: “il problema è che c’era un autore che ci scriveva i testi anno per anno, autore che ora non c’è più, e un regista che, li girava che ora non c’è più”. A sorpresa però Zingaretti parlando del futuro del Commissario Montalbano non chiude definitivamente la porta: “mi trovo in un limbo. Quando il lutto per le perdite dei colleghi e di Camilleri sarà elaborato e la vita avrà ricominciato a correre dopo la pandemia vedremo se e come tornare sul set. Non sono stanco del personaggio, ma è dura, sul set si sente la loro mancanza. Quindi per ora nessuna decisione sul futuro”.
Luca Zingaretti sull’ultimo episodio de Il Commissario Montalbano
Luca Zingaretti alla vigilia della messa in onda dell’ultimo episodio del Commissario Montalbano dal titolo “Il metodo Catalanotti” ha rivelato in anteprima alcune indiscrezioni dalle pagine de La Repubblica. “È uno dei libri più atipici di Montalbano, ci sono tutti i temi cari a Camilleri: il gioco delle apparenze, lo specchio tra realtà e finzione, la vecchiaia. Eravamo abituati a conoscere Salvo in un certo modo: legato alla sua terra, al suo commissariato a Livia (Sonia Bergamasco), la sua coscienza. Invece fa i conti con la passione” – ha detto l’attore che ha spiegato poi il segreto del successo del commissario che interpreta con grandissimo successo da anni. “La sua visione della vita, filtrata dai racconti di infanzia di uno scrittore che ha cominciato a scrivere tardi, dalla profondità della sua cultura” – ha precisato l’attore che ha aggiunto – “noi siamo stati bravi a portarli sullo schermo. Abbiamo debuttato quando la tv andava in direzione apposta, E.R. era adrenalinico. Montalbano è l’elogio della lentezza, ha i suoi ritmi. Non ci siamo accontentati. Questo non significa che non vuoi piacere, ma fare film che per prima cosa devono piacere a te, con un’identità”.