Mattia Lucarelli (figlio dell’allenatore Cristiano Lucarelli) e Federico Apolloni, calciatori del Livorno, sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa americana. I fatti, come riportato da Tgcom24, sono avvenuti a marzo del 2022, al termine di una serata in discoteca. La vittima aveva chiesto un passaggio ai ragazzi, i quali tuttavia l’hanno portata contro la sua volontà in un appartamento e hanno abusato di lei.



In base a quanto raccontato dalla giovane e messo a verbale dagli inquirenti, i due destinatari della misura cautelare avrebbero “approfittato della stato di alterazione della vittima” e l’avrebbero “filmata a sua insaputa, cercando di non farsi scoprire, trattenendola e abusando di lei in gruppo in spregio alle manifestazioni di dissenso”. I video in questione sono a disposizione della magistratura. Dopo alcuni giorni dalle violenze, infatti, la studentessa americana si è rivolta alle forze dell’ordine, che sono riuscite a risalire all’identità dei membri del branco che l’hanno violentata. Oltre ai calciatori del Livorno, ce ne sarebbero altri tre.



Lucarelli e Apolloni arrestati per violenza sessuale: l’ordinanza del Gip

Il Gip di Milano, Sara Cipolla, in virtù delle prove a disposizione, ha ritenuto dunque consono che Mattia Lucarelli Federico Apolloni fossero arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. I due calciatori del Livorno si trovano adesso ai domiciliari. “Emerge nitidamente dai video che riprendono la violenza e dagli ulteriori atti di indagine, in particolare le intercettazioni ambientali, l’incapacità degli indagati di comprendere appieno il disvalore delle proprie condotte, e la conseguente possibilità che gli stessi reiterino nei propri comportamenti delittuosi, convinti della propria innocenza”, questo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emanata nelle scorse ore.



Nel documento viene inoltre sottolineato che “le modalità e le circostanze dei fatti-reato sopraindicate denotano una spiccata pericolosità sociale di chi è sottoposto a indagini, certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti”.