Un’anziana muore a Lucca e lascia tutta l’eredità alla sua badante: i familiari le fanno causa, ma dieci anni dopo viene stabilito che quei 700mila euro le erano stati dati in maniera legittima. Si è chiusa così la lunga battaglia giudiziaria: accusata di circonvenzione di incapace, prima è stata assolta definitivamente in sede penale e poi la corte civile d’appello di Firenze l’ha riconosciuta come unica erede della maxi eredità che le era stata lasciata in maniera legittima, affetto e gratitudine.



La badante di Lucca aveva accudito un’anziana della Garfagnana per circa cinque anni, costruendo anche un rapporto personale forte. L’anziana, 78enne senza marito né figli, era affetta da diverse malattie, come problemi al cuore, diabete e un cancro. Morta nel 2014, aveva lasciato un testamento scritto nel dicembre 2013 in cui nominava la sua badante erede dei suoi beni, nel complesso libretti postali e polizze vita per un totale di 673mila euro.



Come ricostruito dal Corriere della Sera, alcuni parenti dell’anziana hanno denunciato la badante di Lucca accusandola di essersi approfittata di una persona incapace di intendere e volere e poi hanno chiesto l’annullamento del testamento, ottenendo inizialmente il sequestro temporaneo dei beni.

LUCCA E IL CASO BADANTE EREDITÀ: BATTAGLIA LEGALE DECENNALE

La badante è finita a processo: in primo grado erano state accolte le tesi dei familiari, in appello invece la sentenza è stata ribaltata, infatti due anni fa è stata assolta definitivamente, riuscendo a dimostrare la sua innocenza. Quindi, restava in sospesa la vicenda dell’eredità, visto che i parenti dell’anziana ritenevano che il testamento registrato dal notaio non fosse valido, quindi chiedevano l’apertura di una causa per successione, visto che quando non ci sono coniugi e figli eredi, i beni vengono ripartiti tra genitori e fratelli del defunto.



Nella corte d’appello di Firenze è stata ricostruita la vicenda: i giudici hanno acquisito le cartelle cliniche dell’anziana, interrogato gli operatori sanitari che avevano curato la donna negli ultimi tempi, ascoltato molte testimonianze, concludendo che la volontà espressa dall’anziana nel testamento fosse legittima. Per fugare ogni dubbio sono state chieste anche due perizie.

Ad esempio, i consulenti hanno concluso che la scrittura fosse dell’anziana e che quindi il testamento era autentico. Sulla sua capacità di intendere e volere ci sono state consulenze contrastanti, ma quella del Ctu, secondo Il Tirreno, è stata decisiva per stabilire la consapevolezza della donna nel lasciare la sua eredità alla badante.

Pertanto, è sfumata l’eredità per la sorella e la nipote dell’anziana: i parenti della defunta sono stati condannati al pagamento di 40mila euro di spese legali, invece la badante avrà l’eredità che le spetta.