L’ospedale di Tel Aviv disinfetta le proprie attrezzature usando solo la luce: il sistema, denominato J.Protect, è stato sviluppato da Juganu, una società israeliana il cui scopo è quello di creare “la luce che illumina, vede, collega e pensa”. A riportare la notizia è la testata giornalistica “The Jerusalem Post”, che spiega come il Sourasky Medical Center la scorsa settimana abbia installato un sistema di sanificazione degli spazi che non utilizza nient’altro che la luce.



L’azienda che è alle spalle della sua creazione, Juganu, collabora con altri numerosi stabilimenti israeliani con l’intento dichiarato di fornire soluzioni per reti di illuminazione più sane ed efficienti, incorporando la tecnologia AI per agevolare l’introduzione dell’illuminazione intelligente in case, piazze e strade: “Vogliamo rendere il mondo più verde, più sicuro, più vicino e più vivibile”, si legge sul portale telematico ufficiale. In tal senso, J.Protect rappresenta un altro passo fondamentale in questo percorso, poiché, utilizzando i raggi UV-A e UV-C per disinfettare gli spazi chiusi, uccide batteri, virus e funghi, compreso ovviamente il virus SARS-CoV-2, responsabile della devastante pandemia che da un anno e mezzo a questa parte tiene il mondo intero sotto scacco.



LUCE INTELLIGENTE PER DISINFETTARE OSPEDALE TEL AVIV

Com’è facile intuire, il J.Protect, sistema di luce intelligente, rappresenta un unicum assoluto nel suo genere, fornendo protezione e disinfettando gli spazi ampiamente utilizzati in modo sicuro e continuo. Proprio sulle colonne del Jerusalem Post, il professor Arye Blachar, capo della Divisione Imaging presso il nosocomio Ichilov, ha asserito senza troppa retorica che il Coronavirus “è altamente contagioso” e “c’è grande preoccupazione per l’esposizione dei pazienti al virus attraverso le macchine radiografiche negli ospedali”.



Ecco dunque come J.Protect arrivi al momento giusto e rappresenti in tutto e per tutto un dono della Provvidenza tanto cara ad Alessandro Manzoni: “Queste soluzioni high-tech ci danno la speranza di un futuro più sano, mantenendo i nostri pazienti e i nostri lavoratori al sicuro”, ha chiosato il medico, ribadendo l’importanza assoluta di avere in dotazione tale innovazione tecnologica.