Luché e il brano dedicato a Maradona

Luché è tra i protagonisti dei Tim Music Awards, l’evento musicale che festeggia la grande musicale italiana. Due serate di grande musica con la conduzione di Carlo Conti e Vanessa Incontrada chiamati a premiare gli artisti e gli interpreti che si sono contraddistinti con album e singoli certificati rispettivamente disco d’oro, di platino e multiplatino. Il rapper e cantautore, intervistato da gqitalia.it ha parlato del suo ultimo album di inediti “Dove volano le aquile” ah detto: “questa volta è stato diverso, anche più casuale se vogliamo. Io avevo da un po’ l’idea di dedicare il primo pezzo alla persona di Maradona, non al calciatore, perché credevo, credo, con le dovute distanze e il dovuto rispetto, ci siano delle somiglianze nei percorsi. Una figura molto umana, un uomo molto incompreso, additato, ma che in fin dei conti ha fatto male solo a sé stesso. Poi mi affascinava il suo senso di ribellione, il suo saper dire di no a persone importanti, il non aver paura di essere odiato. Volevo iniziare questo disco con un brano che parlasse di me, ma con un riferimento a quest’icona senza precedenti”.



Nel disco c’è un brano “D10s” dedicato al grande Maradona: “è forse una delle esemplificazioni del talento divino. Non voglio credere che non avrebbe fatto quello che ha fatto anche senza riflettori, il talento bastava senza successo. Tu, all’interno di D10S, chiedi all’interlocutore se senza i riflettori farebbe le stesse cose, ora io lo chiedo a te”.



Luché: “ho banalmente eliminato tutta la concorrenza”

L’uscita del nuovo album è stato importante per Luchè. “In questo disco volevo ammorbidire. Ho notato che potevo acquistare anche di musicalità. Poi, lo sai, sono sempre stato il producer dei miei dischi; da solo con le mie mani o con il mio team, per me quel tipo di aspetto è fondamentale. Comunque, credo che ultimamente ci siano quattro/cinque nomi che stiano conciliando una freschezza, non novità, con la musica rap” – ha detto il rapper che prima della carriera solista ha condiviso il palco con i Co’Sang facendo una serie di sold out. Oggi che è uno dei rapper più amati ed influenti del panorama musicale italiano è consapevole che la sua voce è ascoltata da tantissime persone. ”



“La mia responsabilità, quando sono arrivato a un pubblico così vasto, era quella di dimostrare che si può fare musica di un certo livello. Devi spingere la cosa oltre. Se io mi fossi seduto, sfruttando la formuletta, forse vivrei meglio. Ma a me di essere nazional-popolare alla Pio e Amedeo non me ne frega un cazzo. Io voglio parlare ai ragazzi che hanno iniziato a vivere, io ho fiducia in loro: anche se sono diseducati, sono sicuro che loro possono percepire l’emozione dei pezzi. Questo pubblico ora è molto aperto a canzoni comunicative” – ha detto.