In una lunga intervista a “Il Dubbio” parla la deputata di Italia Viva Lucia Annibali e riflette sull’imminente discussione in Aula sulla riforma Bonafede, segnatamente sul tema della prescrizione: il 29 marzo scade il termine per gli emendamenti alla riforma sul processo penale e la Commissione Giustizia della Camera ora attende una prima mossa della neo-Ministra della Giustizia Marta Cartabia dopo il rinvio iniziale con l’ordine del giorno che ha causato qualche critica nell’alveo del Centrodestra.
«Se la Ministra propone delle soluzioni, dà delle indicazioni sarebbe auspicabile che tutta la maggioranza si muovesse intorno ad esse. Poi alla fine il tema diviene quello dei numeri: ora la maggioranza è più larga, qualcuno potrebbe dover adeguarsi», spiega la renziana membro della Commissione Giustizia. La Cartabia tornerà in Commissione prima di fine marzo e sarà quello il momento per capire che direzione potrà prendere la legge delega del Governo e i diversi posizionamenti che potrebbero scaturire all’interno della maggioranza.
LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA VISTA DAI RENZIANI
«Mi auguro che si possa ripartire un po’ da zero, con un ragionamento diverso e complessivo. La Ministra ha detto che sta approfondendo e studiando la riforma Bonafede e che si potrebbe partire da quella: che questa sia una riforma che presenta diversi problemi e che non è adeguata agli obiettivi che si pone è evidente. E questo è chiaro anche dalle audizioni che abbiamo svolto: si possono contare sulle dita di una mano quelli che si sono espressi favorevolmente», rivela ancora Lucia Annibali a “Il Dubbio”. In caso di un emendamento unico della maggioranza, al momento, il dialogo potrebbe non essere ancora “pronto” tra le diverse anime del Governo Draghi: Italia Viva attende le valutazioni della ministra Cartabia per capire se e cosa si potrà salvare della riforma Bonafede.
La prescrizione per come è intesa finora dall’ex Ministro M5s non piace affatto ad Annibali e a gran parte dell’attuale Governo: «la funzione rieducativa è uno dei principi cardine che con la riforma Bonafede è venuto meno, perché dà vita a processi infiniti. Con quella riforma veniva meno proprio il diritto di difesa, quello all’oblio dell’imputato. Il metodo migliore è quello dunque di guardare insieme alla riforma del processo e della prescrizione. Crediamo che questo sia il metodo migliore».