Tra i ministri silurati nel passaggio dal Conte II al governo Draghi, Lucia Azzolina vuota il sacco. L’ex titolare dell’Istruzione, esponente di spicco del Movimento 5 Stelle, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Open ed ha subito in messo in risalto il rammarico per aver visto «tanti, troppi squali della politica utilizzare la scuola come una preda».



Criticata a lungo per i banchi a rotelle, sia da politici che da addetti ai lavori del mondo scolastico, Lucia Azzolina non ha fatto mea culpa: «Io me li ricordo i presidi che iniziavano a costruirsi i banchi monoposto da soli. Non sono soldi sprecati perché quegli investimenti in edilizia leggera e arredo scolastico resteranno anche quando la pandemia sarà finita. I banchi a rotelle, poi, sono usati nelle scuole all’avanguardia di tutta Europa».



LUCIA AZZOLINA: “PATRIZIO BIANCHI NON É UN TECNICO”

Lucia Azzolina ha evidenziato il dispiacere per non aver avuto la possibilità di lavorare alla digitalizzazione del ministero ed alla dispersione scolastica, ribadendo di essere soddisfatta per il lavoro svolto. La grillina ha poi messo nel mirino le Regioni, in particolare per tracciamento dei contagi e trasporti, invocando una revisione del Titolo V della Costituzione: «Il regionalismo delle disuguaglianze è deleterio: un bambino pugliese o campano non può essere trattato in maniera diversa da un bambino che vive in una Regione dove la scuola non si è mai fermata. Così facciamo un danno, amplifichiamo le disuguaglianze anziché appianarle, che poi è uno dei compiti più alti della scuola». Lucia Azzolina si è poi soffermata sul suo sostituto, il ministro Patrizio Bianchi: «Bianchi è stato un assessore del Pd per 10 anni. Non consideratelo un tecnico, è un politico. Io l’ho messo a capo della task force di 18 componenti per il mondo scuola durante la pandemia. L’ho fatto perché ho sempre cercato di coinvolgere tutti gli attori della maggioranza che reggeva il precedente governo: sia chiaro, il nome di Bianchi era una proposta giunta dal mondo Pd».

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