Lucia Azzolina replica all’attacco di Vincenzo De Luca tramite i microfoni di Live Non è la D’Urso. «Mi spiace dire che la Campania è l’unica regione d’Italia, forse anche d’Europa, che ha le scuole chiuse da marzo, fatta eccezione per la parentesi della Maturità e i 15 giorni di scuola ad ottobre». La ministra dell’Istruzione è dura con il presidente della Regione Campania: «In questo momento non hanno gli stessi diritti di altri studenti del resto d’Italia». A proposito delle riaperture, invece, ha spiegato: «Non è stata presa alcuna decisione, c’è una discussione in corso. Non è un mistero che io voglia riaprire le scuole superiori, ma con molta gradualità. Se si allentano le misure negli altri settori del paese, bisogna farlo anche per le scuole». Per la Azzolina non crede però che si debbano creare contrapposizioni tra attività produttive e scuole. «L’interesse di un paese civile è che funzionino nel miglior modo possibile». Invece si dice contraria all’apertura nel weekend: «Tanti ragazzi vanno già a scuola il sabato. La domenica non è un’ipotesi percorribile. Credo che quella proposta nascesse dalla volontà di dare una mano, ma non è una strada percorribile».
LUCIA AZZOLINA SU TRASPORTI E BANCHI A ROTELLE
La ministra Lucia Azzolina ha parlato anche dei trasporti, precisando che non incide sulle scuole primarie e medie. «Ci sono criticità per le superiori, ma non riguardano tutto il Paese. Nelle piccole province il trasporto funziona bene. Se è necessario scaglionare ancora di più, siamo disposti a farlo, ma sono misure che vanno decise territori per territori». Secondo la ministra dell’Istruzione quello dei trasporti non è un problema nazionale. «Ci sono regioni che hanno acquistato più mezzi. L’Emilia-Romagna è una regione pronta ad esempio». Il problema comunque non si pone per Lucia Azzolina perché le scuole riapriranno gradualmente. Non poteva mancare una battuta sulla questione dei banchi con le rotelle: «Il rischio zero non esiste, ma le nostre scuole sono sicure. Si è lavorato tante, anche acquistando i banchi. Abbiamo dato da lavorare alle imprese italiane, abbiamo prodotto in pochi mesi quello che si produceva in 11 anni in Italia. L’80% di imprese italiane hanno lavorato i banchi, 2,4 milioni di banchi. Finalmente arredi nuovi». Diamo per scontato si riferisca con la percentuale alle aziende che hanno vinto il bando, di fatto questi arredi restano in scuole praticamente ancora chiuse.