Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura, spiega il nuovo meccanismo del credito d’imposta per le opere cinematografiche sulle pagine de Il Tempo. A beneficiare della misura non saranno tutti i film indistintamente: l’opera dovrà dimostrare di avere un certo impatto sul mercato e al tempo stesso dovrà avere rilevanza artistica e a stabilirlo sarà la commissione di esperti che assegna i contributi selettivi nazionali. Non mancano le polemiche e le critiche, alle quali la politica replica così: “Il taglio di 130 milioni destinati al credito di imposta? Non esiste. Quelle risorse sono state spostate sui “selettivi”, cosa che ci è stata chiesta anche dal Consiglio Superiore del Cinema”.



C’è poi chi accusa la misura proposta dalla sottosegretaria alla cultura, appartenente alla Lega, parlando di un’ecatombe per le piccole case di produzione. A loro Borgonzoni risponde: “Per chi ha mercato, a prescindere dalle dimensioni dell’azienda, o ha valore e spazi nei festival, le opportunità continuano ad esserci. Il problema sarà per chi pretendeva il beneficio per film che non funzionano”.



Borgonzoni: “Tuteleremo le opere di alto valore culturale”

La riforma che prevede il credito d’imposta per le opere cinematografiche ha come obiettivo uno in particolare: fortificare il sistema. “Dovremmo riuscire a tutelare maggiormente le opere di alto valore culturale, così come tutti ciò che è il racconto dell’Italia della nostra identità”, spiega a Il Tempo. Il sisma proposto dalla Lega è pensato affinché il nostro sistema cinematografico venga rilanciato anche in ambito internazionale. Otterremo, secondo il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, “storie molto più pensate” che saranno uno sprone “a lavorare e a cercare le risorse”.



A detta della politica della Lega “abbiamo bisogno di fare un cinema sempre più internazionale e crediamo di raggiungere l’obiettivo sia con questo tax credit ma anche attraverso molte iniziative che stiamo mettendo in piedi come ministeroper internazionalizzare sia i prodotti che i volti”. Borgonzoni chiosa affermando che non è possibile che grandi film di personaggi della storia italiana vedano come protagonisti attori stranieri, nonostante nel nostro Paese ce ne siano tanti di alto livello.