Se si ha la pretesa di raccontare chi è stato Primo Levi, così come oggi tenterà di fare la docufiction “Questo è un uomo” in onda su Rai Uno, non si può prescindere dalla figura di Lucia Morpurgo, moglie dello scrittore che ha raccontato le atrocità dell’Olocausto, con cui l’autore ebbe i due figli, Renzo e Lisa Levi.



Ma chi era Lucia Morpurgo? Appartenente ad una storica famiglia ebraica piemontese al pari di Primo Levi, i due fecero la conoscenza reciproca fin dall’età adolescenziale. Fu però al ritorno dai campi di concentramento di Auschwitz che la figura di Lucia Morpurgo risultò a dir poco fondamentale per lo scrittore. Reduce da un trauma che non avrebbe mai dimenticato – e d’altronde, come avrebbe potuto? – fu la presenza intelligente, sensibile e amorevole della moglie a dargli la forza, se non di superare, quanto meno di affrontare il trauma, sopravvivendo ad esso e ad i suoi fantasmi.



Lucia Morpurgo, moglie Primo Levi

Lucia Morpurgo si è spenta all’età di 89 anni nel giugno 2009. A ricordarne i tratti umani fu ai microfoni di Repubblica, poco dopo il decesso, l’amica di sempre, la scrittrice Bianca Guidetti Serra: “Un’ottima persona, una moglie e una madre premurosa e esemplare, sempre pronta ad aprire la casa agli amici e a fare sue le esigenze di un marito eccezionale, che era anche un grande scrittore. Lucia era prima di tutto una donna dedita alla sua casa, alla sua famiglia, e pur avendo una sua professione, quella di insegnante, non si sentiva sminuita per questo, e sapeva amare gli amici e i familiari mettendosi al loro servizio in modo non comune. Dopo la morte di Primo e le sofferenze che le erano derivate da questa perdita terribile, era diventata casalinga, senza per questo mai smettere di occuparsi degli altri“. Fu proprio Bianca Guidetti Serra ad intuire dalle parole della moglie la depressione che aveva colto Primo Levi e che lo condusse con ogni probabilità alla morte: “Qualche volta mi aveva chiamato Lucia, la moglie, con un’ ansia velata dal garbo e dall’ ironia:’Vieni un po’ a portare a spasso il tuo amico, che è di cattivo umore’ , mi diceva. Lui stesso aveva confessato in più occasioni la sua stanchezza. Alla fine in tanti gli chiedevano di tutto, forse troppo“.

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