La famiglia di Lucia Raso, la 36enne morta dopo una caduta dal balcone della casa del fidanzato Christian Treo in Germania, nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2020, si oppone all’istanza di archiviazione della Procura di Verona e spera che il caso non sia liquidato come un fatto accidentale. Tra i consulenti di parte anche la criminologa Roberta Bruzzone che, insieme alla madre della vittima e al loro avvocato, poche ore fa è tornata sulle presunte incongruenze nella vicenda attraverso un approfondimento sul suo canale YouTube.
Secondo la criminologa, la morte di Lucia Raso non sarebbe avvenuta come raccontato dal fidanzato e lo proverebbero diversi elementi. “Non può essere andata come dice lui“, ha asserito Roberta Bruzzone, sottolineando come la vicenda sia nebulosa e densa di interrogativi ancora da risolvere. Assistiti dal legale Enrico Bastianello con il supporto di Roberta Bruzzone in veste di consulente, i genitori di Lucia Raso, Xenia Maria Sonato e Pietro Raso, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera avrebbero chiesto l’imputazione coatta del giovane veronese che aveva una relazione con la figlia e il cui racconto, secondo la loro tesi, non avrebbe riscontri. L’avvocato della famiglia, nel corso del suo intervento sul caso con Roberta Bruzzone, ha sottolineato come anche la consulenza medico legale disposta dalla Procura abbia evidenziato lesività che risulterebbero incompatibili con una “precipitazione” e con un incidente.
Roberta Bruzzone sulla morte di Lucia Raso: “Segni anomali sul corpo della vittima”
L’avvocato della famiglia di Lucia Raso, Enrico Bastianello, e la consulente criminologa, Roberta Bruzzone, sostengono con forza una ricostruzione opposta a quella di una caduta accidentale. “La richiesta di archiviazione, a nostro modo di vedere, offre diversi spunti critici“, ha dichiarato Bruzzone richiamando l’opposizione del team che assiste la famiglia di Lucia Raso rispetto alla istanza della Procura scaligera sul caso della 36enne. “Abbiamo elementi abbastanza solidi – ha proseguito Bruzzone nel suo approfondimento sulla vicenda via YouTube –: la precipitazione non può essere avvenuta sulla scorta delle indicazioni che fornisce Treo, non può essere andata come dice lui secondo la nostra consulenza tecnica che poi naturalmente sarà vagliata dal gip. Il quadro personologico di Lucia Raso non è coerente – ha aggiunto la criminologa – con un gesto così disorganizzato e così folle di avvicinarsi ad una finestra (…) non era in condizioni così alterate di coscienza”.
Roberta Bruzzone e l’avvocato della famiglia di Lucia Raso lavorano perché il caso non venga archiviato e la criminologa ha puntato l’attenzione sulle versioni del fidanzato della giovane, Christian Treo, e dei due coinquilini che, quella notte di novembre del 2020, si trovavano nell’abitazione in cui si sarebbe consumata la tragedia. “C’è tutta una serie di cose che non tornano in quello che dice Treo – ha sottolineato Bruzzone – in diversi passaggi. E c’è questo buco temporale che è proprio a ridosso di questo suo andare nella stanza dei coinquilini senza dire nulla, cosa ci vai a fare? Guarda caso proprio immediatamente, secondo noi, dopo che Lucia Raso cade o che precipita. Secondo lui prima, anzi nel mentre, ma quello è un passaggio di pochi istanti ma estremamente significativi per dare una lettura completamente diversa ai fatti. Secondo noi, quel passaggio verso la stanza dei coinquilini era finalizzato a capire se avevano sentito qualcosa, se avevano capito che cosa fosse accaduto“.