Lucia Votano sta per spiegare a tutti i cittadini italiani la nascita del nostro universo. Un’imperfezione del creato, nata dalla rottura della sua simmetria avvenuta quando il globo muoveva i passi nei primi istanti di vita. Poi la sua evoluzione, antimateria e materia, neutrini e particelle. Una spiegazione che la dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare condividerà nel pomeriggio di Rai 3 di oggi, martedì 26 maggio 2020, grazie a Maestri su Rai Cultura. Lucia Votano intanto è considerata una delle eccellenze del Sud Italia e in particolare della Calabria. A soli 17 anni infatti aveva già le idee ben chiare sul suo futuro e ha iniziato a studiare Fisica, lasciando così la sua regione natia. Poi è diventata una dei 600 ricercatori di Juno, l’esperimento nel Sud della Cina volto a migliorare la conoscenza dei neutrini, ovvero le particelle che nell’universo danno le forme della natura. Il progetto verrà lanciato l’anno prossimo e non è la prima volta che la Votano si ritrova a sbarcare nel Paese. “Dopo 20 anni, le città e i grattacieli sono cambiati. Si è evoluta la posizione economica e politica della Cina e nella ricerca tallona strettamente gli USA. È successo perché hanno investito nella scuola e nella ricerca in collaborazione con l’industria. A Shangai, a gennaio, mi sono sentita da terzo mondo”, ha detto a Quotidiano del Sud.
LUCIA VOTANO “OGGI LA LOTTA E’ FRA USA E CINA2
Lucia Votano sa bene che gli USA sono stati superati dalla Cina per quanto riguarda la ricerca scientifica. Non è un caso se i cinesi si sono piazzati al secondo posto come potenzia mondiale sia per quanto riguarda l’aspetto economico sia per quello politico. “Il mondo è diventato di nuovo bipolare”, ha detto a Quotidiano del Sud, “oggi la lotta è fra gli USA e la Cina”. Da oltre 40 anni, la dirigente di ricerca è riuscita a ritagliarsi un posto d’onore nel settore. Anche se in quanto donna del Sud ha incontrato parecchie difficoltà: “Ogni esperimento e ricerca ha le sue, adesso la situazione personale è differente, ma conciliare ricerca scientifica e famiglia è stato complicato, anche perché t’impegna mentalmente e in termini di tempo. La mia generazione è stata però la prima a dimostrare che si può fare nonostante tutto, anche perché in Italia non esistono gli aiuti sociali”. Ancora oggi però è considerata la prima donna a dirigere i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, grazie al progetto Opera, in collaborazione con il Cern.