Luciana Biggi è stata uccisa nel 2006 (la donna fu trovata in un vicolo di Genova con la gola squarciata probabilmente da un coccio di vetro) ma ad oggi non è stato individuato un colpevole: in carcere, intanto, qualcuno sta organizzando anche un piano per l’omicidio della gemella Bruna, a cui era molto legata e che tuttora si batte per avere giustizia. A rivelare il progetto, come riportato da Il Secolo XIX, è stato un detenuto rinchiuso in un istituto di pena lontano dalla Liguria.
Gli inquirenti non hanno rivelato molto rispetto alla vicenda, se non che i mandanti del delitto stavano facendo in modo che “sembrasse un incidente”. Non è stato reso noto, però, chi sarebbero gli autori di questo piano. Gli indizi, inevitabilmente, sono ricaduti in tal senso su Luca Delfino, ex fidanzato della vittima, che è stato prima a processo con l’accusa di omicidio e successivamente assolto per carenza di prove. L’uomo al momento si trova in carcere per avere assassinato nel 2007 un’altra donna con cui aveva avuto una relazione, ovvero Maria Antonietta Multari. In quella occasione fu colto in flagranza di reato.
Luciana Biggi, in carcere piano per omicidio gemella Bruna: a programmarlo è Luca Delfino?
Il sospetto, come riportato da Il Secolo XIX, è dunque che a organizzare dal carcere un piano per l’omicidio di Bruna Biggi, gemella della defunta Luciana, sia stato Luca Delfino, l’ex fidanzato che è stato assolto in Corte d’Assise per mancanza di prove. In passato anche altri detenuti infatti lo hanno accusato. Un compagno di cella rivelò che gli aveva confessato di avere ucciso non soltanto la donna a Genova, ma anche un magrebino che lo perseguitava nell’istituto penitenziario di Sollicciano, la cui morte era stata classificata come suicidio.
Non ci sono evidente adesso che stia realmente pianificando l’omicidio della sorella della ex fidanzata. Il suo avvocato, Riccardo Lamonaca, esclude “ogni suo coinvolgimento”. Anzi, ha annunciato che presto chiederà uno sconto di pena automatico per buona condotta, dato che ha già trascorso quindici anni in carcere. Le autorità, nonostante ciò, hanno provveduto a mettere in atto le misure di protezione per la donna a seguito delle minacce.