Luciana Biggi aveva 36 anni quando, il 28 aprile 2006, fu trovata nel cuore di Genova, in vico San Bernardo, con la gola tagliata da un assassino che la giustizia non ha mai assicurato al perimetro di una cella. Per l’omicidio della giovane, infatti, ci fu un solo sospettato poi assolto in Corte d’Assise, l’ex fidanzato Luca Delfino, lo stesso uomo che, appena un anno più tardi, avrebbe ucciso un’altra donna con cui aveva una relazione: Antonella Multari, assassinata a coltellate in strada a Sanremo il 10 agosto 2007.
Da allora, un atroce interrogativo morde le cronache e la mente delle famiglie delle vittime: Luca Delfino poteva essere fermato? Secondo il capo della Squadra mobile di allora sì, se i pm non si fossero assestati sull’assenza di elementi che potessero incastrarlo “oltre ogni ragionevole dubbio”. Nessuna prova certa, secondo i giudici, per condannare Delfino per il delitto di Luciana Biggi, rimasto di fatto senza un colpevole. A condurre una battaglia serrata per la verità è stata, fin da subito, la sorella gemella della donna, Bruna Biggi, che nel luglio 2023 si è trovata a fare i conti con un’altra amara realtà: la scarcerazione di Luca Delfino destinato a una Rems per trascorrervi altri 6 anni e mezzo prima del definitivo ritorno in libertà.
Luciana Biggi uccisa a Genova, Luca Delfino scampato alla condanna sorrideva davanti alle telecamere: “Non l’ho uccisa io”
Luca Deflino scampò quindi alla condanna per l’omicidio dell’allora fidanzata Luciana Biggi perché per i giudici non c’erano prove nitide di un suo coinvolgimento nel delitto. Il corpo della 36enne fu trovato in un vicolo del centro storico di Genova due giorni dopo la scomparsa, il 28 aprile 2006, e poco dopo Luca Delfino venne iscritto nel registro degli indagati perché sospettato del delitto.
Unico indiziato dell’omicidio di Luciana Biggi, Luca Delfino non fu arrestato perché, secondo gli inquirenti, troppe ombre insistevano intorno alla sua posizione. Rimasto in libertà, finì poi a processo per la morte della 36enne e nel 2011 fu assolto in Corte d’Assise. Il 10 agosto 2007, il suo nome piombò nuovamente sulle cronache, stavolta senza più dubbi sulle sue responsabilità, per aver ucciso un’altra donna con cui aveva iniziato una relazione, Antonella Multari, assassinata con 40 coltellate a Sanremo. Per quest’ultimo delitto, Luca Delfino fu condannato a 16 anni di carcere e nel 2023, il 28 luglio, sarebbe stato destinato a una struttura alternativa in attesa di tornare libero. Una beffa e un pericolo concreto di reiterazione del reato, secondo le famiglie delle due donne che, all’indomani della notizia della scarcerazione, hanno espresso le loro paure ai microfoni della stampa. Sorridendo davanti alle telecamere, poco dopo la morte di Luciana Biggi, Luca Delfino sembrò quasi sfidare gli inquirenti affermando la sua estraneità al delitto. Come se fosse stato certo che nessuno lo avrebbe incastrato.