Sono di Luciana Fantato i resti ritrovati lo scorso giugno sulle rive del torrente Terdoppio, ad Alagna Lomellina. La donna di 59 anni era svanita nel nulla nel novembre del 2017 a Gambolò, in provincia di Pavia. La conferma è arrivata dai risultati dell’esame del Dna, effettuato comparando quello del cadavere ritrovato con quelli dei figli della donna. Sulla scomparsa di Luciana Fantato, che viveva col marito, un figlio e due nipoti, era stato aperto un fascicolo per omicidio. E il primo sospettato è il marito, anche se dalle indagini finora non è emerso nulla di certo. Lui aveva lanciato diversi appelli sulla moglie scomparsa, anche tramite la trasmissione “Chi l’ha visto?”, che oggi ha annunciato l’esito degli esami eseguiti sul corpo ritrovato in avanzato stato di decomposizione ad Terdoppio. Gli accertamenti su quei resti potranno dare importanti indicazioni su quando è morta e soprattutto come.
LUCIANA FANTATO ERA SCOMPARSA DA GAMBOLÒ
Luciana Fantato, esasperata dal clima familiare che stava respirando, aveva lasciato una lettera scritta di suo pugno prima di andare via. Aveva espresso tutto il suo odio per il marito, Pierino Marcantognini. L’uomo, affetto da un disturbo di accumulo compulsivo, aveva infatti trasformato la loro abitazione in una discarica a cielo aperto. Ma Pierino si era mostrato collaborativo dopo la sua scomparsa, infatti ha concesso più volte interviste a Federica Sciarelli per “Chi l’ha visto?”, sperando fino all’ultimo che quei resti non appartenessero alla moglie. Il cadavere era stato ritrovato con un maglione di lana di colore verde scuro con una stella disegnata, un dettaglio che aveva fatto subito ipotizzare che quello fosse il corpo di Luciana Fantato. Nella missiva la donna lasciava trasparire il rapporto conflittuale con la figlia Marta, per il suo passato problematico, e l’intenzione di farla finita.