Luciana Littizzetto e la reazione di Maria De Filippi alla lettera per Maurizio Costanzo
Ad un anno dalla scomparsa di Maurizio Costanzo, Maria De Filippi ha organizzato una serata in suo onore a cui hanno partecipato amici e colleghi del giornalista, considerato il padre del talk show. Una serata che è stata trasmessa da canale 5 martedì 20 febbraio e che ha regalato tanti momenti emozionanti come quello che ha visto protagonista Luciana Littizzetto. Quest’ultima, legata a Maria De Filippi anche da un rapporto di amicizia, ha letto nel corso della serata una lettera che ha scritto per ricordare e omaggiare Maurizio Costanzo, l’uomo che ha dato una possibilità “anche a me, una piccola comica torinese agli inizi”. Con la lettera, la Littizzetto ha ricordato anche il momento in cui ricevette una telefonata per partecipare al Maurizio Costanzo Show. Un invito che ha poi cambiato la carriera di Luciana.
Nella lettera, inoltre, la Littizzetto ha sottolineato come con la scomparsa di Maurizio Costanzo, la televisione italiana abbia perso una colonna portante. “Te ne sei andato da un anno e da allora la tv non è più la stessa“, scrive Luciana. Di fronte a tali parole, Maria De Filippi non è riuscita a trattenere l’emozione.
La lettera di Luciana Littizzetto per Maurizio Costanzo
“Ciao Maurizio, o Maury come ti chiamano qui in famiglia, o Costanzo come ti chiamano gli italiani. Te ne sei andato da un anno e da allora la tv non è più la stessa. Qui è un po’ come il Louvre senza la Gioconda o Atene senza il Partenone o Sanremo senza Vessicchio. Certo, si va avanti, ma ti accorgi che manca qualcosa. Perché tu sei stato la televisione, più della parabola, del telecomando e del tubo catodico messo insieme. Sei stato l’invenzione, quello che prima non c’era, in tv c’è un avanti C e un dopo C, dove C sta per Costanzo. E sei stato il talk show, l’alto e il basso che si mescolano, le vite della gente che diventano storia.
Se la Rai con il maestro Manzi ci ha insegnato a leggere, tu, col Costanzo, ci hai insegnato cosa leggere, cosa ascoltare, cosa vedere. Da qui, dal Teatro Parioli in Roma. Tu che hai aperto il sipario a un sacco di giovani comici dall’animo in tempesta che su questa passerella sono riusciti a trovare la rotta perché tu possedevi una dote meravigliosa: tu ti accorgevi, ci scrutavi e sgamavi quella scintilla che avevamo dentro, anche se era così piccola che stentavamo a vederla pure noi ma tu riuscivi a tirarcela fuori e a farla salire in superficie mostrandola a tutti. Hai dato una chance anche a me, una piccola comica torinese agli inizi.
Poi è arrivata la chiamata ‘le andrebbe di venire?’. Nemmeno il tempo di riagganciare che ero già in stazione. Poi quei minuti in attesa passati davanti alla porta del tuo camerino insieme agli altri ospiti della puntata, tra politici, magistrati, scrittori, ballerine, giornalisti, star mondiali, scappati di casa, sembrava il bar di Guerre Stellari. Poi tu ci chiamavi ed entravamo uno ad uno come dal medico della mutua.
Mentre fumavi una delle nove sigarette che avevi in mano ci ascoltavi e dopo pochi minuti ci congedavi ‘ci vediamo dopo’ dicevi. E noi a chiederci ‘ma avrà capito?’. Ma tu capivi tutto benissimo. Adesso te lo posso confessare: tu non hai idea dell’ansia che avevo. Quando ero qui sopra, se con la coda dell’occhio intuivo che le cose non andavano come speravi il mio sangue diventava granita, ma bastava che ti sistemassi con il tuo sgabello un po’ più vicino a me, appoggiandoti alla cartellina come fosse un davanzale per sentire che ti stavi fidando e anche io riprendevo fiato.
Volevo dirti grazie anche come spettatrice, per tutte le volte che svegliandomi sul divano e ho trovato il tuo faccione ad ammansire il pubblico ‘boni, state boni’, mentre Sgarbi mandava qualcuno a quel paese. Grazie per avermi fatto scoprire un nuovo artista o ritrovarne uno del passato. Grazie per aver parlato di mafia in modo facile, autentico, limpido, che capissero tutti, purtroppo però l’hanno capito anche loro troppo bene. E grazie per aver sdoganato per primo il diverso, lo strano, per aver parlato in uno show di intrattenimento di omofobia, omosessuali, transgender, di aids, per aver abbassato il provincialismo bigotto della nostra nazione, per aver parlato il linguaggio della gente, per aver dimostrato che la tv intelligente si può fare e non è una tv per pochi ma per tutti.
E voglio dire grazie a Maria per avermi fatto salire qui su questo palco a ricordare il tuo Maurizio. Il tempo non cambia nulla del dolore, quello picchia duro sempre ma ricordare insieme è una specie di carezza che lo rende un po’ più lieve. Siete una bella coppia. PS: Maurizio, almeno da lassù, cambiando prospettiva, hai capito cosa c’è dietro l’angolo?”.