Luciano Canfora non lo scopriamo oggi come tra i più grandi critici della sinistra moderna, lui intellettuale comunista della prima ora che non sopporta la deriva “modernista” presa dalla sinistra tanto italiana quanto mondiale: nella lunga intervista al Riformista la sua particola visione su Europa, futuro e attuale Governo si permea da un punto di partenza che condiziona poi l’intera trattazione. «Una persona che dice e fa cose di sinistra senza doversi dire tale? Papa Francesco. Le definizioni lasciano il tempo che trovano, ciò che conta è la visione che ispira un agire concreto». L’unico insomma è Bergoglio al quale può ascriversi l’agire impegnato da uomo di sinistra (cosa che tra l’altro il Papa non ha mai negato completamente, ndr): secondo Canfora l’essere in lotta con parte del vertice della Chiesa Cattolica certifica Francesco come un uomo di sinistra, forse l’unico in Italia.
«Anche un torvo nazionalista xenofobo come Salvini, pur avendo cercato di insultare il Papa qualche volta, però non osa una contrapposizione frontale», attacca l’intellettuale e storico comunista, «questo vuol dire che uno spazio per la sinistra c’è, speriamo che quel che resta del movimento operaio, sindacale, intellettuale se ne accorga».
LUCIANO CANFORA “LA SINISTRA SI È VENDUTA ALL’UE (E HA PERSO LA GENTE)
Canfora critica poi Cacciari che sempre sul Riformista aveva accusato il Pd di sindrome di “governismo”: l’accento e la polemica posta dal professore emerito all’Università di Bari si sposta molto più a monte, arrivando a dire «il Pd non è di sinistra, non lo dichiara. È un movimento più o meno di centro, con figure nobili e meno nobili […] abbiamo un popolo di persone oneste, a suo tempo numericamente molto consistente, privo di una dirigenza politica che parli un linguaggio di sinistra».
Il secondo peccato originale della sinistra è però per Luciano Canfora forse ancora più grave del primo: «questi partiti derivati da formazioni politiche un tempo di sinistra, hanno deciso, in solitudine, che il vangelo è l’Europa, e quindi il peccato mortale è criticare questa baracca. europea». Secondo il filologo e intellettuale l’essersi “venduti” all’Europa con l’adozione dell’Euro (bordata a Prodi dunque, ndr) ha portato i cittadini alla perdita «del valore reale del salario dopo l’entrata in vigore dell’euro, che ha dimezzato il salario di netto. Nessuna Confindustria, neanche Bonomi, potrebbe sperare di fare un colpaccio del genere, che fu fatto nello spazio di un mattino con l’eleganza di non mettere a referendum nulla di quelle decisioni, tutte di vertice».
Il ragionamento è dunque semplice: secondo Canfora, come si può pensare di parlare alle masse se si continua a sposare l’europeismo più spinto lasciando a Salvini e Meloni l’esclusiva del dialogo con le persone deluse e arrabbiate? E qui conclude «La gente ha bisogno di risposte che stanno dentro il perimetro delle decisioni possibili, cioè del Paese, della nazione, non delle chiacchiere che si fanno a Bruxelles, da un Parlamento europeo che non ha nessun potere decisionale e una Commissione europea onnipotente, non elettiva, che ci può dettar legge senza contraddittorio. Come vuoi sperare che ti vengano dietro, coloro che un tempo votavano a sinistra».