Dopo gli ultimi scontri conseguenti alle manifestazioni dei No Pass a Novara o dell’assalto della Cgil torna a suonare l’allarme di un possibile fascismo di ritorno in Italia. Ma per Luciano Canfora, storico e saggista, questo rischio non sarebbe contemplabile. Lo studioso, intervistato dal gruppo “Quotidiano Nazionale”, si è sfogato e ha ribadito: “Il problema di tornare ad atteggiamenti o politiche fascisteggianti c’è, ma riguarda i grandi partiti di destra, non i nostalgici. Basta inseguire Casapound o Forza Nuova. Nell’assalto alla Cgil c’è stata molta furbizia“.
Quello che intende dire Luciano Canfora è chiaro: “Questo gruppuscolo si è staccato dai manifestanti per dare un segnale preciso, ossia che il principale sindacato italiano, a suo dire, non rappresenti davvero i lavoratori. Le scene di Novara si commentano da sole, perfino Giorgia Meloni si indigna per gli atteggiamenti di alcuni iscritti, ma i temi di cui dovremmo preoccuparci sono altri”. Canfora infatti ha attaccato pesantemente: “Dovremmo preoccuparci delle politiche tendenti al razzismo, al nazionalismo, all’esclusione dei migranti da parte dei grandi partiti di destra”.
Luciano Canfora: “Europa disumana con profughi”
Negli ultimi giorni a fare rumore è stata la scelta da parte della Francia di bloccare la trasferta ai tifosi della Lazio, considerati pericolosi per i canti da camerati. Luciano Canfora, nel corso dell’intervista, ha sottolineato: “Ne ha il diritto, nello specifico a ragione. Ma da che pulpito, considerando che in Francia ci sono ben due formazioni ultranazionaliste e xenofobe: i filo Le Pen e i filo Zemmour”.
Per Luciano Canfora non ci sarebbe dunque il rischio di un fascismo di ritorno: “Chi lo dice? Il Washington Post che contesta la sede dell’Eur per il G20 farebbe meglio ad occuparsi dei filonazisti che hanno sostenuto Trump. Tutta Europa non è degna di essere considerata liberale anche solo per il modo disumano in cui tratta i profughi. Detto questo, la percezione dell’Italia risente della sua storia. Giustissima la rinnovata sensibilità nel condannare chi richiama esplicitamente al fascismo, però non guardiamo al folklore, ma al rischio partiti estremisti, quello sì reale”.