Luciano De Crescenzo: la morte 3 anni fa per le conseguenze di una polmonite
Tre anni ci lasciava un grande del cinema e dello spettacolo italiano: Luciano De Crescenzo. Regista, attore e scrittore di grandissimo successo, è stato un personaggio poliedrico e ha collaborato con grandi personalità del calibro di Roberto Benigni e Sophia Loren. Si è spento il 18 luglio 2019 all’età di 90 anni al Policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato per polmonite da alcuni giorni. Negli ultimi anni, in particolare, ha sofferto di prosopagnosia, la malattia che non consente di riconoscere i volti delle persone, anche quelli familiari.
Strettamente legato a Napoli, sua città Natale, ha recitato per Renzo Arbore e Lina Wertmüller ed è stato egli stesso regista di storiche pellicole quali Così parlò Bellavista, tratto dal suo omonimo romanzo. Luciano De Crescenzo, infatti, è stato anche un importante scrittore, nobile firma italiana. Tra le sue opere la raccolta di romanzi Oi dialogoi, Il caffè sospeso e Socrate e compagnia bella. Secondo Roberto D’Agostino di Dagospia, il divulgatore e scrittore sarebbe stato spesso snobbato ed è da lui considerato “molto più importante” di Camilleri.
Luciano De Crescenzo: il matrimonio con Gilda e la separazione
Luciano De Crescenzo ha fatto parlare di sé anche per la sua vita privata. Nel 1961 si è infatti sposato con Gilda, presto divenuta la signora De Crescenzo, dalla quale ha avuto la figlia Paola nata dopo 2 anni dalla celebrazione del matrimonio. La coppia tuttavia si è separata dopo soli 4 anni dalle nozze, chiedendo addirittura l’annullamento alla Sacra Rota, che all’epoca fece molto scalpore.
Nonostante la separazione, la loro relazione ha lasciato qualcosa di positivo in entrambi al punto che Luciano De Crescenzo l’ha sempre considerata come una delle figure più importanti della sua vita. Nella sua autobiografia Sono stato fortunato, in particolare, lo scrittore aveva speso le seguenti parole circa il suo rapporto con l’ex moglie: “Oggi, come si dice, io e Gilda siamo amici, ma sinceramente non è questa definizione mi vada molto a genio: secondo me siamo qualcosa di più“.