Luciano Benetton e Maria Teresa Maestri sono i genitori di Alessandro Benetton. Parliamo di una delle famiglie più importanti nella storia industriale del nordest italiano considerata quasi la dynasty di Ponzano Veneto. Alessandro Borghese, intervistato dal Gazzettino, ha parlato così della sua infanzia: “vengo da una famiglia in cui seguire le regole è un imperativo. Per capire chi ero ho dovuto infrangerle. Mi sono guadagnato il mio spazio dissentendo. Ho cominciato a farlo quando ancora la barba non mi cresceva, e forse è stato in quell’istante che, da ragazzo, mi sono tramutato in giovane adulto”.



L’imprenditore prosegue il suo racconto dicendo: “ho avuto percezione di essere, prima di tutto, Alessandro. Non un Benetton, come mi è stato ripetuto innumerevoli volte sin dall’infanzia. Un uomo. Che come tutti ha sbagliato ed è caduto, ma ha scoperto sulla propria pelle che sbagli e cadute possono essere opportunità di miglioramento”.



Alessandro Benetton genitori: “con papà Luciano ho un rapporto fantastico”

Alessandro Benetton è legatissimo ai genitori Luciano Benetton e Maria Teresa Maestri. Nel libro “La traiettoria”, l’imprenditore si è sbottonato parlando proprio del rapporto con i suoi. “Ci sono delle cose di cui non ho mai parlato, neanche in questi video in cui cerco di essere il più aperto possibile. Ad esempio nessuno di voi sa che sono stato bocciato al liceo. E vi ho raccontato molto poco del rapporto con i miei genitori che, come succede a tanti, non è sempre stato semplice” – ha rivelato via social l’imprenditore che è entrato poi nello specifico parlando apertamente dei rapporti con mamma e papà.



“Con papà ho un rapporto fantastico, frutto anche di una maturità reciproca avvenuta nel tempo. Sicuramente non è mai stato uno dai grandi abbracci, però poteva conquistarsi una simpatia attraverso strumenti economici, ma questa cosa non l’ha mai fatta, né con me né con i miei fratelli” – ha rivelato l’imprenditore. Infine sempre parlando del padre ha aggiunto: “mio padre è un gigante dell’imprenditoria e questo mi ha permesso di avere tante opportunità, sia sullo studio che sul lavoro. Ma l’ombra che proietta un gigante è molto ampia e per uscire dai suoi confini bisogna camminare parecchio. E nessuno, attorno a me, si aspettava che io lo facessi”.