Chi è il soprano, la sua carriera è sbocciata grazie al Vaticano
Tra gli artisti che saliranno sul palco di Puccini secondo Muti questa sera venerdì 28 giugno a Lucca troveremo anche Luciano Ganci, una voce molto amata e apprezzata nel panorama dell’opera, la cui carriera è sbocciata in modo molto curioso. Come raccontato dal cantante nel corso di una intervista concessa a Banquo, la sua avventura è iniziata in maniera del tutto inaspettata, con non pochi colpi di scena a dare il via la a una carriera che oggi possiamo definire eccezionale e ricca: “Come sono arrivato alla musica? Grazie al coro della Cappella Sistina, un amico era in quel coro e suo padre ne parlò con i miei, facemmo quindi un’audizione, io e mio fratello, e fummo ammessi”.
Una data rimasta impressa nel cuore di Luciano Ganci, visto che è cambiato tutto: “Da quel momento non ho mai smesso di esprimermi anche attraverso la musica: il pianoforte, l’organo e il canto, non ho avuto il coraggio di smettere e alla fine questa mancanza di coraggio si è rivelata in realtà una strada da percorrere, ed è divenuta il mio lavoro”.
Luciano Ganci ricorda: “Ecco cosa mi preoccupava di più”
Nato a Roma nel 1982, il tenore ha intrapreso la sua educazione musicale da piccolissimo, quando aveva l’età di 9 anni e inizia a studiare vari strumenti, dal pianoforte all’organo, suonando in diverse basiliche e chiese romane. Il percorso artistico di Luciano Ganci non ha conosciuto particolari periodi di crisi, anche se qualche preoccupazione è innegabile, come del resto accade per qualsiasi mestiere, a qualunque persona: “Mi preoccupava il fatto che i nervi, e quindi la voce, non reggessero il peso emotivo e vocale, il nostro è un lavoro in cui contano molto i nervi, il saper tenere duro in tanti momenti di difficoltà: da quelle più pratiche o professionali fino a quelle personali che tutti hanno. Per noi, però, mantenere la stabilità emotiva e nervosa non è scontato e ha risvolti quotidiani in palcoscenico”.
Del suo mestiere Luciano però preferisce non parlare troppo e nel corso di una intervista rilasciata a Banquo ha ammesso che spesso gli capita di tagliare corto, in particolare davanti a certe domande: “A volte in taxi, se mi chiedono, rispondo “mi occupo di relazioni internazionali” così le domande finiscono e raramente insistono giunti a quel punto” ha ammesso Ganci.