Luciano Spalletti a ruota libera. Dalle sensazioni dopo lo scudetto con il Napoli all’addio agli azzurri, fino ai piani futuri e non solo: tanti gli argomenti trattati dall’ex allenatore dei campioni d’Italia che ha parlato dal palco di Certaldo, la sua città natale dove ha ricevuto un riconoscimento: “Sono stato premiato nel paese dove sono nato e dove giocavo da bambino, per me vuol dire riaprire il cassetto delle emozioni e dei segreti. Sono felice perché sono stato avvolto da questo entusiasmo che mi ha contagiato, ma per me la felicità è qualcosa di fugace, che dura una sera o una notte e poi il giorno dopo sei alla ricerca di una impostazione corretta per ripartire.



Dipende da tante cose, perché anche se ami questo sport, ad un certo punto devi confrontarti con il livello di amore che puoi dare. Di conseguenza, a volte, anche se hai fatto benissimo pensi ti possa mancare qualcosa da restituire. I napoletani mi hanno regalato sensazioni bellissime, nessun traguardo o nessuno scudetto potrebbero far meritare tutta questa gioia e questo entusiasmo che loro mi hanno dato. Di conseguenza per loro avrò sempre qualcosa di particolare, sarò sempre a vedere quello che succede a Napoli e al Napoli e li difenderò sempre”.



LUCIANO SPALLETTI: ANNO SABBATICO? NON PROPRIO…

Luciano Spalletti non tornerà in panchina a stretto giro, questa è una certezza. “Ho delle questioni personali da mettere a posto e per le quali serve un po’ di tempo. Sono stanco, avevo la famiglia e una figlia piccola distante, voglio stare un po’ insieme a lei e con la mia famiglia. Per il momento rimango fuori, verso dicembre, gennaio o febbraio si guarderà e si vedrà se si può avere una postura adatta per tornare a fare l’allenatore dentro lo spogliatoio”. Spalletti non ha risparmiato una frecciatina nei confronti di Allegri: “Che il calcio è facile lo sanno dire tutti, c’è bisogno che si dica qualcosa di diverso perché vogliamo scegliere se il calcio è facile è basta o se, invece, deve diventare qualcosa di moderno, come succede in tante altre professioni. Io, così come tanti altri, voglio sentirmi dire qualcosa di diverso: lo ripeto, che il calcio è facile lo sanno dire tutti”.

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