IL CASO ALBANIA E LA MAIL DEI MAGISTRATI SUL GOVERNO MELONI: PER LUCIANO VIOLANTE CI SONO FRASI MOLTO GRAVI

Parlamentare, Presidente della Camera, uomo della sinistra moderata ma soprattutto magistrato: Luciano Violante al “Riformista” prova ad entrare nel dettaglio del maxi-caso Albania dove lo scontro a distanza tra l’Associazione Nazionale Magistrati e il Governo Meloni tiene banco, specie dopo l’approvazione del Decreto legge sui “Paesi sicuri” per il rimpatrio dei migranti. E da ex giudice e politico è proprio Violante a ravvisare un grado di assoluta gravità nelle parole usate da un membro di Magistratura Democratica, Marco Patarnello, nella ormai famosa mail “segreta” agli altri giudici di MD, in merito all’operato del Governo Meloni.



Secondo l’ex DS e Pd, non è accettabile che i giudici arrivino di fatto a schierarsi come controparte politica: Violante riflette sul contenuto della mail integrale diffusa ieri dal “Domani” dopo lo scoop iniziale del “Tempo” di Tommaso Cerno. La vulgata delle opposizioni ritiene che le parole di Patarnello siano molto meno gravi di quanto abusi la destra, proprio perché ha detto nella mail «non bisogna fare opposizione giudiziaria»: per Luciano Violante però la lettura deve essere molto più approfondita in quanto è proprio l’aver creato una chat del genere a rendere grave di per sé la posizione di alcuni magistrati in MD.



Sobrietà, discrezionalità e astensione da giudizi politici: questa la “ricetta” per l’ex magistrato e Presidente della Camera in merito al comportamento che devono portare tutti i giudici di qualsiasi corrente. Se così non viene fatto il rischio di divenire “controparte” politica è ad un passo: «il Presidente del Consiglio non può diventare una controparte di un magistrato». Sebbene l’ANM difenda a spada tratta la “vicenda Patarnello” e accusi il Governo di violare la libertà di stampa nel ripubblicare lo scoop del “Tempo”, per Violante quanto fatto trasparire da Magistratura Democratica è molto grave: la frase “Meloni è pericolosa”, soprattutto, è quanto un magistrato non deve mai arrivare a dire. «Il tema della opposizione giudiziaria c’è», ritiene l’ex magistrato, e ciò è del tutto inammissibile.



VIOLANTE: “SULL’ACCORDO ITALIA-ALBANIA SERVE DARE TEMPO. CORRENTI MAGISTRATI? EVITARE CHE PREVALGANO SULLA COMPETENZA”

Rivangare il passato del Governo Berlusconi, in riferimento a quanto oggi Meloni sarebbe ben più «pericolosa» non è qualcosa che renda onore a parte della magistratura: secondo Violante, sempre nell’intervista al “Riformista”, quella frase è molto grave anche perché pare che si «auspicasse che qualcuno apra una indagine penale sul Presidente del Consiglio. Un errore inaccettabile». Tanto un Ministro, come Carlo Nordio, dovrebbe avere maggiore equilibrio nel rapportarsi sulle decisioni della magistratura – evitando magari di definire “abnorme” la decisione del Tribunale civile di Roma – ecco che per Violante è altrettanto evitabile che un magistrato arrivi a concepirsi come parte di un conflitto prettamente politica.

Da ultimo, Violante interviene anche sul caso effettivo del Decreto appena approvato dal Governo, spiegando di non avere al momento strumenti per valutare l’eventuale fallimento o successo di un “esperimento” su cui l’Europa ha accolto positivamente l’intento pure da Governi di Centrosinistra: come già avvenuto in passato con la Turchia, la Libia o l’Egitto stesso, nessuno in Europa ad oggi ha trovato una soluzione rispettosa dei diritti umani e al contempo efficace per la riduzione dell’immigrazione clandestina. Ma proprio per questo motivo, serve aspettare tra i 5 e i 6 mesi, spiega Violante, «per valutare gli esiti dell’operazione in Albania». Uno spunto interessante è stato dato di recente anche dal Governo ugandese che chiede ufficialmente all’Europa di abolire i dazi Usa e Ue sui prodotti finiti africani: per l’ex Presidente della Camera questa strada, se comprovata, andrebbe nella giusta direzione introdotta dal Piano Mattei del Governo Meloni. Ultimo giudizio sui magistrati invece, piuttosto netto, arriva da Violante sul tema delle correnti interne al CSM: ancora oggi esercitano un potere imponente interno alla magistratura, ma occorre evitare al più presto «che l’appartenenza prevalga sulla competenza».