Techetechetè celebra il grande Lucio Battisti con una puntata speciale dal titolo “L’amore cantato” curata da Michele Neri. Del resto chi più di Lucio Battisti, con la complicità dell’amico Mogol, ha cantato l’amore? Quasi tutte le sue canzoni sono un grido d’amore alla donna amata, alla compagna amica e tanto altro. Durante la puntata spazio ad alcuni filmati delle varie esibizioni di Lucio, uno dei cantanti più amati della musica italiana. Non solo, spazio anche a concerti e filmati delle teche Rai che vedono Battisti ospite in diversi programmi televisive. In particolare ci si soffermerà sul repertorio musicale dell’artista e su come sono nate alcune delle sue canzoni più belle. Impossibile sceglierne una: da Acqua azzurra, acqua chiara a La canzone del sole, dalla malinconica I giardini di marzo, a Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi, fino ai pezzi storici Emozioni, Il nostro caro angelo e Con il nastro rosa. Una carrellata di successi destinati a risuonare per sempre. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Lucio Battisti: come sono nate le sue canzoni più amate
Lucio Battisti e l’amore cantato saranno protagonisti della nuova puntata di oggi di Techetechetè. Il noto programma di Raiuno stasera tornerà con un appuntamento dedicato ad uno degli artisti italiani più amati. «Come nascevano le canzoni più amate da intere generazioni?», l’interrogativo che pone il programma e che stasera troverà risposta nello speciale dedicato a Lucio Battisti (clicca qui per il video). Ad una domanda del genere risposte lo stesso Lucio Battisti in un’intervista. «Non è sempre la stessa cosa, però ad esempio per l’ultima, Acqua azzurra, può nascere così: vedi quest’acqua azzurra, chiara e limpida? Senti… Ha un suono particolare. Allora io mi sono trovato proprio in queste condizioni». Il cantautore raccontò cosa ha ispirato una delle sue canzoni più amate. «Ho sentito questo suono e ho cercato disperatamente della carta da musica, ho registrato il suono dell’acqua azzurra e chiara e poi dopo ho sviluppato il resto…». (agg. di Silvana Palazzo)
COLAPESCE SULLA LEZIONE DI LUCIO BATTISTI
Ventuno anni fa, l’Italia si fermava davanti alla notizia della morte di Lucio Battisti. Una perdita importante poichè segnava la fine di un pezzo di storia della musica e della canzone popolare italiana. Anche il suo addio, esattamente in linea con la decisione presa quando era in vita, nessun dettaglio trapelò sulla sua dipartita. Nel nuovo millennio senza Battisti, sono stati in tanti i cantautori che innamorati del suo lavoro, si sono fatti ispirare a partire da Dente passando per Iosonouncane. Anche Colapesce rappresenta l’esempio vivente di quanto le lezioni di Battisti siano state importanti. Di lui il cantautore ha detto: “Battisti ha influenzato molto la mia musica e soprattutto il modo di produrla. Secondo me la produzione era il suo grande punto di forza rispetto a tutti gli altri della sua generazione. Aggiungi a quella le belle melodie suonate e arrangiate bene e viene fuori il gigante”. Parlando di Battisti lo ha definito un artista “completo come Bowie o George Harrison. Con Mogol e con Panella ha dimostrato che esiste un modo alto ma allo stesso tempo davvero popolare di fare musica pop: diverte, fa riflettere e fa piangere allo stesso tempo”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL RICORDO DEL CANTAUTORE
Sono trascorsi 21 anni dalla morte di Lucio Battisti, iconico rappresentante della musica italiana nonché tra i cantanti e musicisti che più di tutti hanno contribuito ad innovare il panorama musicale nostrano. L’artista scomparve a Milano il 9 settembre 1998 all’età di 55 anni anche se non è mai stata chiarita la causa della morte. Secondo il bollettino medico, nonostante le cure dei sanitari Battisti “è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall’esordio”. Voci mai confermate parlarono di un linfoma maligno che colpì il fegato dell’artista. I funerali si svolsero in forma riservatissima, alla presenza di appena 20 persone tra cui Mogol. Proprio i brani scritti con quest’ultimo continuano a restare nella memoria collettiva e molte frasi dei celebri testi cantanti da Battisti sono diventate vere e proprie citazioni entrate nel linguaggio comune come “lo scopriremo solo vivendo”, tratta dalla bellissima “Con il nastro rosa”. Nel corso della sua lunga e memorabile carriera, l’artista ha venduto oltre 25 milioni di dischi ed ancora oggi la sua musica continua ad essere tra la più ascoltata da intere generazioni.
LUCIO BATTISTI, A 21 ANNI DALLA MORTE
Poggio Bustone, piccolo comune in provincia di Rieti che diede i natali a Lucio Battisti, la mattina di 21 anni fa rimase sotto choc in seguito alla notizia della morte del grande artista. Ad annunciarlo fu proprio la tv ed oggi, oltre un ventennio dopo, è la nipote Lara Battisti, come riporta Il Messaggero nell’edizione online, a ricordare quei momenti drammatici: “Cademmo nello stravolgimento totale: perfino noi familiari più stretti sapevamo solo che era in ospedale, ma non sospettavamo nulla di tanto tragico”, dice. Sempre lontano dalla deriva del divismo, Battisti odiava la pubblicità ed i classici riti della comunicazione. Non è un caso se la sua ultima apparizione televisiva risale al 23 aprile 1972, molti anni prima della sua prematura ed inaspettata scomparsa. Battisti all’epoca fu il protagonista di Studio 10 dove si esibì sulle note (in playback) di “I giardini di marzo” per poi lanciarsi in un duetto con Mina, segnando uno dei momenti più alti della tv e della musica italiana. Dopo qualche anno, Battisti scelse si mettere definitivamente la parola fine agli incontri pubblici, interviste ed esibizioni, lasciando parlare, da allora, solo la sua musica.