Il mito di Lucio Battisti rivive nella puntata speciale di “Techetechetè” in onda sabato sera su Raiuno. Anche se sono trascorsi 22 lunghi anni dalla sua morte, le sue canzoni ancora oggi fanno sognare ed emozionare milioni di italiani. Alzi la mano chi non ha mai ascoltato capolavori del calibro “I giardini di marzo”, “Emozioni”, “Il mio canto libero”, “Una donna per amico” fino a “E penso a te”. Non si contano le canzoni cantante da Lucio e nata dalla collaborazione con Mogol che hanno permesso alla coppia artistica di diventare una delle più prolifiche della musica italiana. Stando ai calcoli della Siae, infatti, il duo Mogol Battisti avrebbe venduto a livello internazionale la cifra record 523 milioni di copie staccando di gran lunga Adriano Celentano fermo a 200 milioni ma superando anche mostri sacri come Michael Jackson, Madonna e Elton John. Un patrimonio artistico unico quello di Lucio Battisti che rivive nel popolare programma di Raiuno che è andato a pescare esibizioni indimenticabili dell’artiste nelle Teche Rai.



Lucio Battisti: le canzoni e il successo

Classe 1943, Lucio Battisti è nato il 5 marzo del 1943 a Poggio Bustone. Sin da ragazzino mostra un particolare interesse per il mondo della musica nonostante il padre fosse contrario. La contrarietà dei genitori però non è un limite anzi tutt’altro; Lucio una volta conseguito il diploma in perito industriale comincia a dedicarsi alla musica suonando in diverse band prima di arrivare al grande successo discografico. La grande occasione arriva nel 1965 quando Lucio incontra il produttore discografico Franco Crepax; durante quel provino il talento di Lucio non passa inosservato a Christine Leroux alla ricerca di giovani artisti da lanciare con l’etichetta Ricordi. La Leroux non ha alcun dubbio: Lucio è un talento unico e per questo dedico di presentarlo a Giulio Rapetti ossia Mogol. Nasce così la collaborazione artistica tra Mogol e Battisti che nel 1967 firmano il brano “29 settembre” portato al successo dall’Equipe 84. La svolta è vicina: nel 1968 Battisti canta “Balla Linda” al Cantagiro classificandosi al quarto posto e conquistando le classifiche di vendita. Il cantante durante un’intervista rilasciata alla stampa spiega così il motivo che l’ha spinto a cantare le sue canzoni: “trovo che le canzoni che ho scritto prima del mio debutto come cantante siano state ottimamente interpretate dai Dik Dik, Equipe 84, etc… ma a un certo punto, mi sentivo di poter dire la mia anche come cantante, cioè di aggiungere qualche cosa, non di migliore ma di diverso, magari, a quella che era la mia canzone”. La consacrazione arriva nel 1969: Battisti partecipa come inteprete, peraltro l’unica sua volta, al Festival di Sanremo con “Un’avventura”. Il resto è storia della musica italiana.



Lucio Battisti, il ricordo di Mogol

Il successo di Lucio Battisti è travolgente e senza precedenti. Dal 1969 la sua carriera spicca il volo e la sua collaborazione artistica con Mogol porta a delle canzoni considerate dei classici senza tempo della nostra musica italiana. Recentemente il paroliere durante un’intervista rilasciata a Rolling Stones ha ricordato l’amico e collega così: “ricordo l suo sorriso. Era radioso, davvero irresistibile! Lui studiava tantissimo. Tutto quello che ha prodotto è perché lo ha prima immagazzinato. Conosceva la musica più nuova in circolazione”. Mogol ha sottolineato come Battisti fosse un’artista attento, scrupoloso e molto studioso: “mi ha fatto capire che per diventare creativi ai massimi livelli bisogna approfondire ai massimi livelli”. Del resto di Lucio Battisti ce ne è stato e ce ne sarà sempre uno nella storia della musica italiana!

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