Lucio Battisti e Mogol, un duo che ha segnato la storia della musica italiana. Un sodalizio fortunato e longevo, capace di far sognare milioni di persone per diversi anni. Nello speciale dedicato all’indimenticabile Lucio Battisti su Raiuno, condotto da Bianca Guaccero ed Enrico Ruggeri, il padrone di casa intervista al paroliere e produttore Mogol, dando vita ad una chiacchierata intima ed interessante. “Non voglio fare gossip…”, precisa subito Ruggeri. “Ma avreste continuato a fare cose sublimi voi due insieme?”. Mogol, ovviamente, non ha dubbi. Ricorda innanzitutto gli ultimi successi realizzati con Lucio Battisti, come i brani Una Giornata Uggiosa e Con il Nastro Rosa. Poi risponde: “Cose sublimi…? Avremmo continuato senza alcun dubbio”, dice. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Lucio Battisti, l’immortale

Lucio Battisti ci ha lasciato ormai 22 anni fa, ma la sua musica continua a far innamorare generazioni di italiani. Il merito è anche della sua capacità di precorrere i tempi e dare modo ad altri musicisti di cambiare la modalità di percezione della musica. Gli esperti del settore riconoscono nel repertorio di Battisti un prima e un dopo. Gli anni della giovinezza sono stati caratterizzati dalle canzoni melodiche, mentre quelli successivi da una modernità valorizzata dalla collaborazione con Mogol. “Coesiste in me il desiderio di fare musica molto bella e il desiderio di fare musica molto popolare”, diceva il cantautore, come riporta La Repubblica, “Molto creativa e molto rozza, perché possa arrivare a un pubblico che non ha voglia per niente di spremersi la testa e che magari ha ragione. Il bello della musica è che non si sa mai cosa esce fuori. È logico che, a volte, può venire fuori la canzonetta scema ma, delle volte da questo contrasto, da questa cosa così caotica, possono nascere cose molto belle“. Oggi, sabato 8 agosto 2020, Una storia da cantare tornerà in replica su Rai 1 con un omaggio a Lucio Battisti. Ovvero l’artista che ci ha regalato Per una lira, Il mio canto libero e diverse altre canzoni che ancora oggi sono forti della loro essenza. Un po’ come ha fatto lo stesso cantante dopo il ’79, anno in cui ha deciso di sottrarsi ai riflettori e alla stampa, regalando la sua assenza. “Non parlerò mai più perchè un artista deve comunicare solo attraverso il suo lavoro“, aveva detto, “l’artista non esiste, l’artista è la sua arte”.



Lucio Battisti, volto pubblico e volto privato

Esiste un volto pubblico e un privato di Lucio Battisti, due facce della stessa medaglia di cui una è rimasta in ombra per tanto tempo. A fare luce su tutto è stata la cugina Lara Battisti, che qualche tempo fa ha raccontato a Il Messaggero come l’artista fosse curioso e come la stampa lo avesse dipinto spesso in modo sbagliato. “Papà si arrabbiava quando sentiva dire che Lucio era musone o di una fazione politica piuttosto che di un’altra”, ha rivelato, “tutte cose inventate. Non sapeva nulla di politica, neppure le basi. La notte prima del referendum sul divorzio, mio padre [Giovan Battista Battisti, ndr], presidente di seggio e attivista politico, la passò insonne per rispondere alle domande di Lucio: era curiosissimo, ma non si era mai interessato di queste cose, voleva sapere”. A 55 anni, Battisti si è spento in ospedale e gli stessi familiari hanno ricevuto un duro e inaspettato colpo. “Cademmo nello stravolgimento totale: perfino noi familiari più stretti sapevamo solo che era in ospedale”, ha detto ancora Lara, “ma non sospettavamo nulla di tanto tragico”. Una scomparsa giunta dopo tanti anni di isolamento e di dedizione alla natura. Spesso Lucio era solito occuparsi dei campi, lavorare la terra. Un’immagine molto diversa di quella data in tanti anni agli italiani, anche il cantautore aveva sempre messo un divieto alla possibilità di fare dei tour.



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