Diciassettesimo giorno di guerra tra Israele e Hamas, riflettori accesi sull’operazione di Tel Aviv dentro Gaza. Intervistato da La Verità, Lucio Caracciolo si è soffermato sulla fase in atto e ha subito precisato che questa battaglia è stata voluta e organizzata dai miliziani di Hamas e contraddice tutti i principi strategici e tattici di Israele. Ma non solo, perchè secondo il direttore di Limes manca l’obiettivo geopolitico: “Non mi pare che Israele abbia deciso come gestire il dopo. Sento dire da rappresentanti del governo israeliano che vogliono tagliare il cordone ombelicale con Gaza. Questo si può ottenere in un solo modo. Cacciando i gazani da casa. Questo credo sia anche il senso dei bombardamenti prolungati. Togliergli la voglia di tornare lì. Il punto è… per mandarli dove?”.



Il punto di Lucio Caracciolo

Caracciolo ha spiegato che il rischio di un allargamento del conflitto c’è ma è limitato al momento, considerando che gli attori che potrebbero allargarlo non lo vogliono in questa contingenza: “Sicuramente non l’America. Probabilmente nemmeno l’Iran. E molto difficilmente Israele, che lo farebbe solo se la situazione diventasse davvero critica perché combatte su più fronti. A quel punto potrebbe coinvolgere l’America in una guerra con Teheran. L’Iran ha iniziato questo conflitto? Non lo so! Certo sappiamo che l’Iran arma e sostiene Hamas ma non sarebbe la prima volta che i cosiddetti proxy o “clienti” fanno di testa loro”. Caracciolo si è poi soffermato su Russia e Cina, che sul dossier israeliano guardano interessate e con relativa soddisfazione: “Per la Russia è un allentamento della pressione sul fronte ucraino. America ed Europa sono altrove con la testa in questo momento. Anche se gli americani prima o poi dovranno occuparsene un po’ di più. E noi dovremo farlo per il resto delle nostre vite. La Cina perde alcuni punti d’appoggio per la Via della seta: mi riferisco alle tecnologie israeliane. Ma tutto sommato se l’America è impegnata altrove, meglio per lei”.

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