Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica “Limes”, ha commentato in un editoriale sulle colonne de La Stampa il tentato golpe in Russia. “Comunque finisca l’avventura dei wagneriani, il vertice russo ne esce squalificato. È in corso un rimescolamento dei rapporti di forza fra le fazioni del sistema putiniano. Crepe profonde minano la piramide del potere, fino a minacciarne il crollo. È la possibile inaugurazione di una guerra civile con effetti imponderabili. Fino alla disintegrazione della Federazione”, ha scritto.



L’esperto è convinto che la marcia verso Mosca fosse annunciata. “È il culmine di un piano concepito da molti mesi. Al quale hanno dato mano ufficiali delle Forze armate e dell’intelligence, oligarchi disperati per la perdita delle loro fortune custodite in Occidente, esponenti della cerchia intima putiniana, ultrà nazionalisti. Nei prossimi giorni avremo un quadro meno confuso delle forze in campo. Capiremo se l’iniziativa è di pura fabbricazione interna o se ha goduto di sostegni esterni, non solo ucraini”.



Lucio Caracciolo: “Russia rischia disintegrazione”. L’allarme nucleare

L’indebolimento della Russia dopo il tentato golpe, secondo Lucio Caracciolo, tuttavia, dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme per le potenze estere. “Gli americani, se si rallegrano per il caos in campo nemico e per il sollievo che ne traggono gli ucraini, allo stesso tempo ne temono le conseguenze. La Federazione in mano a un criminale comune o contesa fra banditi vari è un pericolo per tutti”, ha sottolineato.

Il riferimento è ovviamente alle armi nucleari di cui il Paese dispone e che spesso Vladimir Putin ha minacciato di usare. In totale si tratta di 6 mila testate. “C’è il rischio che troppe mani si aggirino attorno al bottone teoricamente affidato al presidente”, ha avvertito. È per questo motivo che Europa e Stati Uniti dovrebbero preparare un piano da attuare nel caso in cui lo Stato dovesse perdere il controllo sul maxi arsenale.