Lucio Caracciolo: “Ucraina e Russia, nessuno può davvero vincere”

Lucio Caracciolo, giornalista, scrittore e fondatore della rivista di geopolitica “Limes”, sulle pagine de la Repubblica ha analizzato i cambiamenti nello scenario politico, economico e sociale nel mondo. Questo 2022 è stato, a detta dello studioso, un anno storico, tanto che per trovarne uno simile dobbiamo scorrere le pagine del calendario indietro fino al 1989, “quando, in meno di un anno, passammo dal Muro di Berlino al suo abbattimento e all’unificazione tedesca, mettendo le premesse per la disintegrazione del patto di Varsavia e dell’Unione sovietica. Un cambio di paradigma analogo a quello che stiamo vivendo i cui assestamenti potremo capire forse tra un paio di anni”.



L’evento che certamente più ha sconvolto l’anno che sta per concludersi è lo scoppio della guerra in Ucraina. Dopo l’attacco russo del 24 febbraio, in quello che sembrava un conflitto pronto a risolversi in pochi giorni, la guerra si è protratta per quasi un anno e non sembra destinata a terminare in tempi brevi: “Assodato che nessuno dei due contendenti può davvero vincere, c’è da determinare rispettivamente in che misura perderanno entrambi. Il che significa che la guerra è destinata a durare, sperabilmente con qualche intervallo, ma la vera pace è lontana. D’altronde anche le radici del conflitto affondano a un secolo fa quando una nazione in formazione, l’Ucraina, decise di emanciparsi dall’impero russo. Spero solo che la soluzione non richieda lo stesso tempo”.



Lucio Caracciolo: “Le potenze hanno dimostrato saggezza”

Per tentare di bloccare la Russia, scoraggiando le mire espansionistiche di Putin, l’Europa e gli Usa hanno imposto sanzioni su sanzioni che spesso si sono ritorse proprio contro l’Occidente stesso. Lucio Caracciolo, a Repubblica, spiega: “Chi le ha immaginate, America e alleati europei, voleva dimostrare innanzitutto l’unità del blocco occidentale. Tranne poi scoprire il contrario, ovvero che la Nato è un’alleanza che comprende i polacchi, molto antirussi, i turchi a metà strada, i tedeschi refrattari a rompere con Mosca e i baltici che vorrebbero sparisse dalla faccia della terra. E l’Italia con una posizione simile a quella tedesca, anche se molto meno esplicita”.



Eppure, secondo il giornalista e scrittore, abbiamo sfiorato davvero la terza guerra mondiale: “Fino a quando Stati Uniti e Cina, ma anche Russia, hanno stabilito che non si poteva entrarci per il Donbass. Il momento decisivo è stato il 15 novembre, il giorno del missile russo prontamente travestito da ucraino caduto in territorio polacco. In quel frangente le potenze hanno dimostrato tutta la loro saggezza”.