Ornella Vanoni ha rilasciato un’intervista ai microfoni de “Il Fatto Quotidiano”, nella quale ha parlato, in primis, di Luigi Tenco. La cantante, insignita a Sanremo di un “Premio Tenco Speciale”, ha ricordato che l’artista “era pieno di vita. Incisi per prima una sua canzone, ‘Se qualcuno ti dirà’: lui ci suonava il sax, con un giornale infilato a far da sordina”. Quando si tolse la vita, Vanoni era “in un altro albergo. Non seppi della sua morte fino alla sera successiva, dopo la mia esibizione. Ci saremmo ritirati tutti, chiudendoci nel giusto silenzio, se quegli imbecilli ci avessero informati”.



Franco Califano, altro mito della nostra musica, era “bellissimo e io, Ornella Vanoni, non ero niente male. Quando Mara Venier mi ha detto in diretta ‘Non ci credo che non avete fatto l’amore’, le ho risposto: ‘Siete tutte z*ccole’. Io e Califano eravamo solo amici”. Peraltro, Vanoni trovava bello anche Lucio Dalla: “Lo diventava per la genialità. Eravamo molto legati, mi chiamava ‘Tesora’. Lo omaggerò all’Arena il 2 giugno con tanti altri cantanti. Spero mi lascino qualche pezzo degno. Sa, c’è la corsa…”.



ORNELLA VANONI: “AVREI DATO UN PUGNO A GIGI PROIETTI”

Nella sua straordinaria carriera, Ornella Vanoni ha collaborato non solo con Aldo Fabrizi, ma anche con Gigi Proietti (“Lavorammo in un capolavoro Rai, Fatti e Fattacci. Scoprii che il suo nome veniva prima del mio. Gli avrei dato un pugno”), e Walter Chiari. Quest’ultimo, ha dichiarato lei stessa a “Il Fatto Quotidiano”, era “un mattatore. Peccato dicesse alla moglie Alida Chelli che volevo intrufolarmi in camera sua di notte. Lei non gli credette. Una sera alla Capannina lo lasciai sul palco da solo e me ne andai a metà spettacolo. Questione di rispetto, l’avevo imparato da Strehler”.



I rapporti con Mina, come sono? “Non parla con nessuno, ai tempi belli ci frequentavamo – ha svelato Ornella Vanoni –. Tanti anni fa andai al cinema con mio figlio Cristiano. Era piccolo, ‘Il Libro della Giungla’. Mi chiese una caramella, non ne avevo. E lui: Mina ne ha sempre per me e Paciughino. Ero seconda pure come madre”. L’artista come si immagina Dio? “Diceva Bertrand Russell: se Dio esiste è talmente immenso che non dobbiamo neanche nominarlo”.