Lucio Dalla gay? Le voci e il riserbo del cantautore

Se la musica è eterna, nel caso di Lucio Dalla lo è anche la curiosità sulla sua vita privata. Quanto più provasse a proteggerla, tanto più cresceva l’interesse, dettato probabilmente anche dal fatto che si è a lungo ipotizzato fosse gay e che quindi avesse un compagno. Si è a lungo parlato infatti di un amore ‘segreto’ per Marco Alemanno, smentito però dalla famiglia del cantautore e dall’ex compagna di colui che in realtà era segretario e amico di Lucio Dalla, come confermato negli anni anche da uno che lo conosceva bene, Ron. I media per anni gli hanno comunque attribuito il ‘ruolo’ di compagno nella vita di Lucio Dalla. La stessa Rai, che nel 2013 parlando dell’intervista rilasciata da Marco Alemanno al settimanale ‘Oggi’, la definì lo “sfogo del compagno” di Lucio Dalla.



Se Lucio Dalla fosse gay o meno, lo sapeva evidentemente solo lui e la sua cerchia strettissima. «Lucio non ha mai parlato della sua sessualità. Nemmeno io l’ho mai fatto. E allora? Lui non ne parlava, non diceva sono etero o sono omo, e comunque non interessava a nessuno», disse la storica dell’arte Silvia Evangelisti, che conosceva bene il cantautore bolognese, le cui parole furono riportate dal Corriere della Sera. Un amico comune, Luca Lazzaris, parlando di Marco Alemanno spiegò che sfuggiva alle etichette: «Era per Lucio era un compagno, la persona a lui più vicina, il suo più stretto familiare, in senso lato. Dargli un ruolo, etichettarlo sarebbe sbagliato e riduttivo. I ruoli non erano così definiti perché Lucio e Marco non hanno mai sentito la necessità di farlo. Tutto il resto sono cose intime, personali, che non ci riguardano».



Marco Alemanno ultimo compagno? Le polemiche

Le voci sulla presunta omosessualità di Lucio Dalla fecero infuriare anche il suo manager, Bruno Sconocchia. A proposito di Marco Alemanno, infatti, fece notare che in chiesa, durante i funerali del cantautore, c’era una donna al suo fianco. «La ragazza che è stata tutto il tempo accanto a lui in chiesa è la sua compagna da anni». Alessandra Nicita, ex compagna di Marco Alemanno, la definì un’amica. In ogni caso smentì sia che il compagno fosse gay le voci di un presunto triangolo amoroso. «Io non ho mai detto né che ci sia stata un’intromissione da parte di alcuno nella mia relazione con Marco, né che lui sia stato l’ultimo compagno di Dalla», disse al Resto del Carlino. Da dove nascevano allora le voci sul fatto che Lucio Dalla potesse essere gay? Un’idea chiara se l’è fatta il cugino Simone Baroncini: «Nella sua vita ha convissuto spesso con degli uomini, come fu per Ron e come era fino a qualche giorno fa con Marco, che ha sempre presentato come amico», disse a Bologna Today. La vicenda s’ingrandì al punto tale che intervenne pure monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale dell’arcidiocesi di Bologna: «Non è stata la celebrazione di un funerale di un omosessuale, ma il funerale di un uomo».



“Non appartengo a nessuna sfera sessuale”

Lucio Dalla, sempre restio a parlare dei suoi affetti, aveva però affrontato nel 1979 le voci sulla sua omosessualità con la rivista Lambda, le cui parole furono rilanciate da Tempi. A precisa domanda se non ritenesse che un suo eventuale coming out potesse dare un contributo, visto che si collocava nell’area del Pci, disse: «No! A parte che non è proprio così. Non mi interessa parlartene perché dovremmo stare per giorni interi, ma poi mi sembra così poco informativo, poco divulgativo, e poi credo proprio che non ve ne sia bisogno nel caso fosse vero». Lucio Dalla disse poi ancor più chiaramente: «Non appartengo a nessuna sfera sessuale», rivendicando la sua libertà, che è quella che dovrebbe appartenere a tutti. Di fronte alle insistenze del giornalista nell’intervista, ribadì: «Io non mi sento omosessuale. (..) E mi sembra imbecille che dica di esserlo e mi sembrerebbe ancora più imbecille se mi sentissi omosessuale e non lo dicessi. Hai capito? Ho un grande rispetto per gli omosessuali come per tutti gli uomini in genere anche per quelli che in realtà mi sembrano miei nemici». Si definiva invece disponibile a tutte le situazioni di amore e di affetto. «Fondamentalmente la mia cultura non è una cultura omosessuale, il mio modo di organizzare il lavoro non è omosessuale, ho amici quasi tutti eterosessuali non per mia scelta ma per una serie di contatti che sono legati al mio lavoro; ho anche amici omosessuali che rispetto e ai quali voglio molto bene e che tratto come qualsiasi altro amico».