Tweet al veleno di Lucio Presta contro Heather Parisi: secondo quanto rivelato sui social dal manager televisivo, l’ex ballerina e showgirl sarebbe stata protagonista di un sipario spinoso dietro le quinte della trasmissione Belve, quando un ufficiale giudiziario si sarebbe presentato negli studi in cui lei si trovava, in occasione della registrazione di un’intervista, per eseguire un “pignoramento a persona fisica” a seguito di una condanna per diffamazione che avrebbe previsto, da parte di Heather Parisi, il pagamento di una “somma ingente” che non avrebbe versato dopo la decisione del tribunale.



Il caso è approdato su Twitter con le parole roventi di Lucio Presta, scatenando un’ondata di commenti tra chi sostiene la sua posizione e chi, invece, ritiene inopportuna l’esposizione di una vicenda così delicata in pubblica piazza. Stando al racconto di Presta, l’ex ballerina sarebbe stata quindi costretta a pagare il risarcimento stabilito da un giudice vedendosi di fronte all’ufficiale giudiziario. “Tu e la tua luce pensavate di farla franca ancora – ha scritto Lucio Presta nel tweet in cui svela quanto sarebbe successo in camerino – allora mi è toccato fare ciò che mai avrei voluto…“.



Il tweet infuocato di Lucio Presta contro Heather Parisi: “Condannata per diffamazione, ufficiale giudiziario a Belve”

Al momento ancora nessuna replica di Heather Parisi alle parole spese da Lucio Presta su Twitter in merito alla vicenda che l’avrebbe vista, secondo il manager televisivo, costretta a pagare il risarcimento a seguito di una condanna per diffamazione ai suoi danni. “Hai avuto moltissimo tempo cara Heather Parisi – scrive Presta – di saldare quanto disposto dal tribunale che ti ha condannato per diffamazione al pagamento di una somma ingente, ma tu e la tua luce pensavate di farla franca ancora, allora mi è toccato fare ciò che mai avrei voluto”.



Secondo il tweet di Lucio Presta, pochi giorni fa, in occasione della registrazione di Belve in cui l’ex ballerina e showgirl era impegnata, un ufficiale giudiziario avrebbe “effettuato il pignoramento a persona fisica presso gli studi, a fine registrazione“. “Per evitare la mortificazione di veder portare via effetti personali – prosegue il tweet –, hai dovuto effettuare bonifico tramite terzi e saldare quanto dovuto, operazione che ha richiesto alcune ore trascorse in un camerino del centro di produzione. Questa volta il tuo mentore non è riuscito a sfuggire al pagamento e ti ha fatto vivere una vera mortificazione davanti a tutti. Anche questa volta non hai evitato di fare una brutta figura, sottraendoti per mesi ai tuoi obblighi nei miei confronti, sanciti dalla Magistratura. E chissà che altre figuracce rimedierai… Vedremo le tue interviste. Medita Heather medita!“.

Il caso nato nel 2017 e la causa per diffamazione

La vicenda affonderebbe le radici nel 2017, quando tra Heather Parisi e Lucio Presta sarebbe scoppiato un caso poi approdato in tribunale e arrivato a sentenza di primo grado con la condanna per diffamazione a carico della ex ballerina e showgirl. Tutto sarebbe nato, ricostruisce Open, quando la Rai avrebbe deciso di non trasmettere Blind Maze, il film di Heather Parisi, e lei avrebbe deciso di lasciare l’agenzia di Lucio Presta “Arcobaleno Tre” non senza “incorniciare” la scelta con una serie di post che avrebbero criticato l’agente e il figlio, Niccolò Presta. È a quel punto che sarebbe scattata la battaglia legale, con una causa per diffamazione e per una illecita pubblicazione di immagini che sarebbe sfociata nella condanna in primo grado per Heather Parisi.

Nel giugno scorso, Lucio Presta aveva pubblicato un tweet proprio rivolgendosi all’ex ballerina, in passato nella rosa dei nomi sotto la sua agenzia, in merito alla vicenda relativa alla battaglia legale in corso: “Heather Parisi, ricordo che il tribunale di primo grado ti ha condannato sia per diffamazione nella causa con me, che per illecita pubblicazione di immagini con me ed i miei figli, al pagamento dei danni e delle spese, ma non hai rispettato le due sentenze pagando.Ti nascondi a Hong Kong?“.