Il ministro della Infrastrutture ucraino, Alksandr Kamyshin, in un’intervista ha spiegato che il Paese, oltre a ricevere armi dagli alleati, lavora anche per produrle e lo fa sia all’estero che in patria con imprese specializzate straniere. Questo perché gli alleati potrebbero smettere di inviare armi all’Ucraina e dunque gli aiuti stranieri potrebbero venir meno. In quel momento, Kiev non può rischiare di rimanere senza armi. Esiste, dunque, un’industria bellica ucraina?
Quando al ministro è stato chiesto come faccia l’Ucraina ad attirare le industrie straniere su un territorio non tranquillo, lui ha risposto: “In quale altro luogo puoi testare le armi contro il secondo esercito del mondo?”. Dunque, Kiev ha la possibilità di testarne subito l’efficacia sul campo. Nel caso dell’Ucraina, inoltre, vi è una convergenza di interessi fra gli alleati: per questo, i partner occidentali potrebbero aver rinunciato ai loro segreti industriali e ai loro brevetti.
La minaccia russa
Come sottolinea Italia Oggi, la domanda relativa alla produzione di armi da parte dell’Ucraina è una: qual è il livello scientifico e tecnologico di Kiev? Dunque, qual è il livello delle industrie ucraine? E quanto, tale industria, è in grado di imparare velocemente? Intanto, mentre l’Ucraina continua sia la produzione di armi sia la controffensiva, con i mezzi in dotazione arrivati dall’Occidente, la Russia non abbassa la guardia e pensa all’utilizzo di mezzi nucleari.
Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, su Telegram ha parlato della possibile riuscita della controffensiva di Kiev: “Immagina solo che l’offensiva… In tandem con la Nato abbia avuto successo e si sia conclusa con la sottrazione di parte della nostra terra. I quel caso dovremmo usare armi nucleari in virtù delle disposizioni del decreto presidenziale russo”.