Nel giorno in cui Google dedica il suo Doodle a Ludwig Guttmann, neurologo e dirigente sportivo, cui dobbiamo le paraolimpiadi. Molto emblematica la sua storia: di origine ebraica, e dopo l’introduzione delle leggi di Norimberga, nel 1933, potè occuparsi soltanto di pazienti ebrei e non potè più insegnare all’università. All’inizio del 1939 però, Ludwig Guttman riuscì a scappare dalla Germania insieme alla sua famiglia, trasferendosi nel Regno Unito, dove riprese l’attività medica. Come riportato da Il Post, “alla prima edizione dei Giochi di Stoke Mandeville, che Guttman organizzò in contemporanea con le Olimpiadi di quell’anno, in corso a Londra, parteciparono solo atleti in sedia a rotelle: nel tempo vennero inclusi anche atleti con disabilità diverse“. All’epoca quelli inventati da Guttman si chiamavano Giochi Internazionali per Paraplegici. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), ricorda Il Post, approvò definitivamente la denominazione di Giochi Paralimpici a quattro anni dalla morte di Guttmann. (agg. di Dario D’Angelo)
LUDWIG GUTTMANN, CHI È? INVENTÒ LE PARALIMPIADI: LE SUE CITAZIONI
Sono tante le frasi e le citazioni sparse in rete, riconducibili al grande Ludwig Guttmann, il luminare tedesco che viene celebrato oggi con un Doodle da Google. Ad esempio il grande neurochirurgo, colui che diede una vita ai mielolesi, considerati fino al suo arrivo praticamente delle persone senza futuro, spiegava: “Se puoi avere le cure appropriate fin dall’inizio, non solo puoi allungare la tua aspettativa di vita, ma potresti anche avere una vita normale come quella di una persona senza disabilità”.
Ludwig Guttmann viene considerato un vero e proprio genio della medicina in quanto di fatto fu il primo a riconoscere l’importanza dello sport nel campo della terapia riabilitativa dopo un trauma pesante: “Se mai ho fatto una cosa buona nella mia carriera medica è stata introdurre lo sport nella riabilitazione delle persone disabili”. E a proposito degli atleti paralimpici, amava spesso e volentieri ripetere: “Loro sono i migliori tra gli uomini”. Guttmann non era comunque un sognatore, ma una persona maledettamente concreta: “Pensavi – diceva – che avresti fatto progetti e la vita ti avrebbe seguito obbedientemente?”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUDWIG GUTTMANN, CHI È? INVENTÒ LE PARALIMPIADI: “ERA SEVERO MA CARICO DI AFFETTO”
“Iniziamo con ex soldati, prima con semplici giochi come dardo, biliardo o una sorta di bowling. È lì che ho visto i pazienti reagire, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente”, così aveva raccontato il neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann, celebrato oggi da Google con un Doodle, durante un’intervista realizzata all’epoca della seconda guerra mondiale dalla BBC. Ludwig Guttmann salvò migliaia di vite in quel periodo visto che l’aspettativa di una persona con lesioni al midollo spinale era inferiore ai due anni.
“Ludwig Guttmann era piuttosto severo con il suo team e i suoi pazienti”, ha invece spiegato alla BBC World Lewis, che trascorse 10 mesi presso Stoke Mandeville dopo essersi fratturato il collo a 24 anni a seguito di un incidente d’auto. “Ma dietro tutto c’era un affetto enorme – ha aggiunto – ti ha fatto avere perseveranza, voleva il meglio per te e dovevi trovare un modo”. Infine le parole di Tanni Grey-Thompson, una delle grandi stelle degli atleti paralimpici britannici: “Era convinto che dovevo vivere una vita normale. Ha continuato con la sua idea in un momento in cui la gente probabilmente immaginava che fosse un po ‘pazzo credendo che i disabili potessero essere fisicamente attivi”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUDWIG GUTTMANN, CHI È? IL NEUROCHIRURGO CHE STRAVOLSE IL MONDO DELLA MEDICINA
Ludwig Guttmann viene celebrato oggi da Google con uno speciale Doodle. Per coloro che non sapessero di chi stiamo parlando, Guttman è considerato l’inventore delle paralimpiadi oltre ad essere stato uno dei più grandi neurochirurghi di tutti i tempi. Tedesco ma di origini ebraiche, durante la seconda guerra mondiale si schierò ovviamente in favore degli Alleati, decidendo di abbandonare la sua cattedra ad Oxford, e approdando in quel di Stoke Mandeville, nella campagna inglese, dove vi era un centro per disabili. Spinto dalla propria fede e dalla dottrina basata su “chi salva una vita, salva il mondo”, Ludwig Guttmann si mise subito all’opera per salvare vite, visto che, stando al Poppa (così come lo chiamavano i suoi collaboratori), non vi era alcuna condizione clinica che bob si potesse trattare.
Fu una vera e propria rivoluzione visto che, se fino a quel momento moriva il 65% dei mielolesi in tre settimane dalle lesioni, con il metodo Guttmann i numeri vennero completamente stravolti, e la terapia tra l’altro era semplicissima: girare ogni due ore i malati nei propri letti, quindi rimetterli in piedi, portarli in palestra per fare fisioterapia e assegnare loro un compito. “Non c’è un dannato momento per essere malati in questo dannato posto!” fuil motto che si diffonde a Stoke Mandeville. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUDWIG GUTTMANN, CHI È? IL GENIO TEDESCO CHE INVENTÒ I GIOCHI PARALIMPICI: LA STORIA
Google celebra oggi attraverso un suo Doodle esclusivo il celebre dotto Ludwig Guttmann, colui che inventò le Paralimpiadi, i giochi olimpici per gli atleti disabili. Sul web sono molti gli aneddoti e le curiosità riguardanti il professor Guttman, come ad esempio spiega Martin McElhatton, celebre atleta paralimpico inglese, che in un’intervista recente dichiarò: “Guttmann trattava veterani della seconda guerra mondiale con lesioni spinali, a quei tempi avere una lesione spinale era una cosa molto seria, le persone morivano rapidamente, nel giro di pochi anni. Ludwig Guttmann rivoluzionò le cure per le persone con le lesioni spinali, introducendo cure mediche, fisioterapia ma anche quello che avrebbe restituito loro quello spirito di amicizia e di fratellanza, questo fu lo sport, qualcosa di cui hai veramente bisogno per il tuo spirito per poter essere felici anche in carrozzina”.
Nell’estate del 1948 il neurochirurgo tedesco organizzò una competizione sportiva fra i suoi pazienti: “Nei primi giochi del 1948 ci furono solo sedici partecipanti, quattordici uomini e due donne, che gareggiarono nel cortile dell’ospedale in sport come il tiro con l’arco. Fu veramente un festival per lo sport, un divertimento per i pazienti con lesioni spinali”. Quindi quattro anni dopo, nel 1952, i giochi divennero internazionali: “Con la partecipazione di veterani di guerra olandesi: furono i primi partecipanti stranieri che resero parte ai giochi di Stoke Mandeville, così cominciò l’avventura che portò la nascita delle Paralimpiadi a Roma nel 1960”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LUDWIG GUTTMANN, CHI È? NEUROCHIRURGO E INVENTORE DEI GIOCHI PARALIMPICI
Ludwig Guttmann è il protagonista del doodle di Google di oggi, sabato 3 luglio 2021, in quanto proprio in questa giornata si celebra il compleanno numero 122 del neurologo britannico di origine tedesca ed ebreo. Viene ricordato per essere stato l’inventore dei Giochi paralimpici. Vale dunque la pena effettuare un tuffo nel passato e analizzare chi fosse il dottor Guttmann: è nato a Tost (ora Toszek, in Polonia, ma all’epoca città tedesca) nel 1899 e ha conseguito la propria laurea in Medicina nel 1924.
Successivamente, il dottore di nazionalità tedesca avviò le proprie operazioni di ricerca sulle lesioni del midollo spinale ed eseguì diverse procedure neurochirurgiche, guadagnando una fama a livello nazionale, che lo consacrò come uno dei migliori neurochirurghi della Germania all’inizio dei suoi trent’anni. Tuttavia, con l’ascesa del partito nazista e l’approvazione delle leggi di Norimberga nel 1933, a Guttmann fu impedito di esercitare la professione medica. In seguito alla drammatica Notte dei Cristalli del 1938 e alla crescente persecuzione degli ebrei in Germania, Guttmann fu costretto a lasciare il Paese con la sua famiglia e a fuggire in Inghilterra nel 1939.
LUDWIG GUTTMANN, IL PADRE DEI GIOCHI PARALIMPICI
In Inghilterra, Ludwig Guttmann, ribattezzato “sir”, continuò la sua ricerca sulla paraplegia. Nel 1944, poi, mise in pratica il suo approccio innovativo nelle vesti di direttore del National Spinal Injuries Center allo Stoke Mandeville Hospital. Addirittura, nel 1948 organizzò una gara di tiro con l’arco per 16 persone, uno dei primi eventi sportivi ufficiali per persone in sedia a rotelle. Chiamata in seguito “Giochi di Stoke Mandeville” o “Olimpiadi per disabili”, la kermesse dimostrò il potere dello sport d’élite di abbattere le barriere della disabilità e attirò l’attenzione della comunità medica e sportiva mondiale.
Nel 1960, Guttmann facilitò i Giochi Internazionali di Stoke Mandeville, dopo le Olimpiadi estive del 1960, i primi di molti Giochi paralimpici. La sua passione per la cura dei pazienti non ha mai vacillato e ha anche fondato la Società Medica Internazionale di Paraplegia (la Società Internazionale del Midollo Spinale) e la British Sports Association for the Disabled (Activity Alliance) nel 1961, ricevendo numerosi riconoscimenti per i suoi contributi, fra cui spicca la nomina di cavaliere, consegnatagli da Sua Maestà la Regina nel 1966.
LUDWIG GUTTMANN, LA FIGLIA: “MIO PADRE VOLEVA LE OLIMPIADI PER DISABILI”
La storia di Ludwig Guttmann è dunque da raccontare e tramandare, foss’anche solo per gli alti valori che veicola e per il vero e proprio miracolo sportivo che contiene al suo interno. In essa, infatti, sono racchiuse le incredibili conquiste degli atleti con disabilità, rese possibili unicamente dalla tenacia di un uomo che, scampato alle persecuzioni naziste per via della sua religione, ha edificato mattonella per mattonella la casa inclusiva dello sport, aprendo le porte dell’olimpo anche per i soggetti meno fortunati.
Oggi, gli atleti paralimpici sono giustamente riconosciuti per le loro abilità e i risultati conseguiti nelle rispettive discipline e i Giochi paralimpici incarnano una forza trainante per la promozione dei diritti e dell’indipendenza delle persone con disabilità, con un impatto duraturo sulla parità di trattamento e di opportunità. Eva Loeffler OBE, figlia del professor Ludwig Guttmann, ha dichiarato: “Fin dal primo evento sportivo al National Spinal Injuries Centre nel 1948, mio padre disse che voleva le Olimpiadi per i disabili. Il suo sogno e la sua visione pionieristica si sono certamente avverati”.