L’attualità di un mondo sempre più frammentato, conflittuale e chiuso dentro ai vari confini nazionali, i rischi che l’Ue corre in questo contesto e le possibili soluzioni strutturale per ridare vigore a quell’Unione nata dopo i conflitti novecenteschi: questa è l’estrema sintesi della lunga lectio magistralis tenuta in questi giorni dal governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, recente assegnatario di una laurea honoris causa in scienze giuridiche all’Università Roma Tre.
Non a caso, il governatore nel suo intervento parte dal ricorda che “il 2023 è stato l’anno con il maggior numero di conflitti dalla Seconda guerra mondiale”, per poi ricollegarsi al fatto che “le dispute geopolitiche generano rischi economici e ostacolano gli scambi internazionali, fino a provocare una frammentazione dell’economia”, particolarmente drammatica per l’Euro zona. Secondo Panetta, infatti, l’Ue deve peparsi (o, almeno, considerare l’ipotesi) ad “ulteriori spinte protezionistiche” e ad una probabile “deglobalizzazione dell’economia mondiale“, per preparare al meglio la sua risposta. “La soluzione”, riflette, “e è rafforzare l’economia europea lungo tre direzioni principali”, ovvero “riequilibrando il modello si sviluppo, garantendo la sua autonomia strategica” e “provvedere alla propria a sicurezza esterna, potenziando il suo ruolo nel dibattito internazionale”.
La soluzione di Panetta alla frammentazione dell’Ue: “Mercato unico dei capitali”
Tra i tanti problemi che attanagliano l’Ue (e, in realtà, buona parte del mondo globalizzato), Fabio Panetta parte ponendo l’accento sul fatto che “secondo l’Eurostat”, da qui a 15 anni “la popolazione in età lavorativa nell’Unione si ridurrà del 7 per cento“, oppure del “13% senza gli afflussi di cittadini extracomunitari”: questi ultimi, in questo contesto, diventano dunque una risorsa importante per “la crescita dell’economia”. In tal senso, Panetta suggerisce all’Ue di lavorare ad “una politica di immigrazione comune, necessaria sia per evitare squilibri tra Stati membri di fronte alla pressione asimmetrica esercitata dagli arrivi, sia per coordinare gli ingressi regolari per motivi di lavoro”.
La prima sfida, però, richiama anche le altre due principali: la transizione green e quella digitale, sulle quali il governatore ricorda che “le stime relative al fabbisogno di investimenti pubblici e privati per finanziarle sono aumentati a 800 miliardi di euro anni”. A Panetta appare evidente che “un programma di tale portata richiede di impegnare il bilancio della Ue“, perché “l’onere sarebbe troppo pesante se dovesse ricadere soltanto sui singoli Stati membri” rischiando di creare asimmetrie economiche e, soprattutto, “divergenze tra Paesi a danno del mercato unico”.
Per le transizioni, dunque, il governatore Panetta suggerisce delle “emissioni obbligazionarie comuni [che] permetterebbero di creare un titolo europeo privo di rischio” che concorrerebbero anche al duplice obiettivo di fare un passo verso “la formazione di un’autentica Unione dei mercati dei capitali, necessaria per allocare in modo efficiente i risparmi dei cittadini e per attrarre capitali dall’estero. Ciò garantirebbe coerenza tra l’orientamento della politica fiscale e quello della politica monetaria e consentirebbe”, sottolinea ancora Panetta immaginando l’Ue del futuro, “il completamento dell’Unione economica e monetaria” con una “capacità fiscale centrale permanente“.