Grave lutto nel mondo della politica e del giornalismo, in particolare milanesi, è morto nella notte Luigi Amicone. Il collega aveva solo 65 anni, ed è stato colpito da un infarto e trasportato d’urgenza presso l’ospedale San Gerardo di Monza dove è poi ha esalato l’ultimo respiro. Un decesso in pochi minuti per Luigi Amicone, già consigliere di Forza Italia non eletto alle ultime amministrative, fra i primi aderenti a Cl e fondatore e direttore del settimanale Tempi. Di lui si ricordano, oltre agli impegni politici, anche le numerose battaglie, come ad esempio il referendum sul divorzio e sull’aborto, il giustizialismo di Mani Pulite, l’eutanasia, i matrimoni gay. Recentemente era sceso in campo a fianco di Luca Bernardo, il pediatra che si era candidato a Milano, uscito sconfitto alle amministrative da Beppe Sala, e in quell’occasione aveva attaccato Matteo Salvini dicendo: «Ha confuso Milano con Milano Marittima. La gente è sconcertata, si poteva vincere a mani basse ma si va verso una sconfitta a mani alzate».
Tempi ma anche la moglie Annalena e i sei figli, lo hanno ricordato con un toccante editoriale pubblicato sul sito web dello stesso settimanale: «Ancora ieri discutevamo con lui di un articolo da scrivere – si legge – di un intervento da pubblicare su Tempi, di come commentare l’ultimo sviluppo di cronaca. La notizia della sua morte ci coglie all’improvviso e impreparati, come sempre accade. Che don Giussani, il suo amico e maestro, che aveva per lo spirito libero e gioviale di Amicone una predilezione, ci guidi in questo momento di smarrimento, ricordandoci di confidare sempre in quel Destino al cui cospetto si trova ora il nostro carissimo amico Gigi».
LUIGI AMICONE E’ MORTO, IL CORDOGLIO DI LERNER E ADINOLFI
Un’anima ribelle quella di Amicone, che a soli 13 anni bruciò nella piazza centrale di un paesino dell’Abruzzo una bandiera spagnola in segno di protesta contro il garrottamento franchista dell’anarchico catalano Puig Antich. «Avevo il libretto rosso di Mao in tasca e quel libretto lo conservo ancora», raccontò al Corriere.
Numerose le persone che lo stanno ricordando in queste ore, come ad esempio Gad Lerner «Luigi è stato per me un avversario appassionato ma gentile con il quale ci siamo sempre voluti bene. Oggi lo piango insieme ai suoi familiari e alla sua comunità di fede», mentre Adinolfi ha aggiunto «Volle dedicarmi una copertina di Tempi in cui mi descrisse come un “pericolo pubblico”. Discutevamo molto, qualche volta in tv ci capitò pure di litigare. Ma Luigi ci credeva. Dio, se ci credeva. Che dolore».